
venerdì 28 dicembre 2007
Taizé a Ginevra

giovedì 27 dicembre 2007
Il pensiero unico

Bambine benefiche chiamate Chanel (è l’ultimo trend popolare, insieme con i nomi Giada o Lavinia) spedivano due euro col telefonino. Natale ha impazzato alla televisione e sui giornali, alternato ai delitti di famiglia più atroci, ai crimini più difficili da risolvere: cerimonie religiose, non-notizie, fumetti e film natalizi, apparizioni promozionali di registi e interpreti di film di Natale, concerti di musiche d’occasione, eserciti di persone (anche bimbi piccoli) vestite di rosso con la barba bianca: era già un miracolo che non vestissero da Babbo Natale Giorgino, Magalli o l’inviato a Kabul. Ieri è stato un giorno di pausa, oggi tutto ricomincia finalizzato al Capodanno o addirittura, allo scopo di prolungare il più possibile «le feste», all’Epifania.
Un sospetto, o almeno un dubbio: non sarà che il pensiero unico di Natale funzioni pure in altri momenti dell’anno, non sarà che parliamo tutti delle stesse cose negli stessi identici termini, non sarà che stiamo disimparando a usare la testa?
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=3942&ID_sezione=&sezione=#
Babbo Natale sinistramente allegro

mercoledì 26 dicembre 2007
Amico

Amico: perché sei la stella che guida, ma non abbaglia.
Amico: perché sei l'albero che abbraccia, ma non stringe.
Amico: perché sei la brezza che placa, ma non addormenta.
Amico: perché sei sguardo che scruta, ma non giudica.
Amico: perché sei parola che previene, ma non tormenta.
Amico: perché sei fratello che corregge, ma non umilia.
Amico: perché sei un mantello che copre, ma non soffoca.
Amico: perché sei lima che affina, ma non scortica.
Amico: perché sei la mano che accompagna, ma non sforza.
Amico: perché sei il cuore che ama, ma non esige.
Amico: perché sei la tenerezza che protegge, ma non assoggetta.
Amico: perché sei immagine di Dio, appunto per questo.
martedì 25 dicembre 2007
AUGURI DISTINTI!

Dire buon Natale a te, Ignazio, che vivi immobilizzato da anni, dopo quel terribile incidente stradale che ti ha ridotto a un rudere, è molto diverso che dire buon Natale a te, Franco, che hai fatta spese pazze per rinnovarti l'attrezzatura sciistica, e il 25 dicembre lo passerai in montagna, dove hai già prenotato l'albergo per la settimana bianca. Tu, Ignazio, la stella cometa del presepe non la vedi neanche, perché non puoi muovere la testa dal guanciale. E, allora, devo descrivertela io, e dirti che essa fa luce anche per te, e assicurarti che Gesù è venuto a dare senso alla tua tragedia e che, nella notte santa, anzi ogni notte della tua vita, egli trasloca dalla mangiatoia per venirti accanto e farsi scaldare da te. Tu, Franco, la stella cometa non la vedi perché non hai tempo per pensare a queste cose, e in testa hai ben altre stelle. E, allora, devo provocartene io la nostalgia, e dirti che le lampade dei ritrovi mondani, dove consumi le tue notti e i tuoi soldi, non fanno luce sufficiente a dar senso alla tua vita.
Dire buon Natale a te, Katia, che il 26 andrai all'altare con Cosimo, è molto diverso che dire buon Natale a Rosaria, che il mese scorso ha firmato la separazione consensuale, dopo che Gigi se n'è andato con un'altra. Perché a te, Katia, basterà l'invito a vedere nel presepe la celebrazione nuziale suprema di Dio che prende in sposa l'umanità, e già ti sentirai coinvolta nel mistero dell'incarnazione. A te, Rosaria, invece, che per la prima volta le feste le passerai sola in casa, e che non hai voglia neppure di andare a pranzo dai tuoi, occorrerà tutta la mia discrezione per farti capire che non è molto dissimile il ripudio subito da Gesù nella notte santa. Buon Natale, Rosaria! E buon Natale anche a Gigi, perché, scorgendo nel bambino del presepe il mistero della fedeltà di Dio, torni presto a casa.
Dire buon Natale a te, carissimo Nicola, che mi sei tanto vicino con la tua amicizia, ma anche tanto lontano con l'ateismo che professi, è molto di verso che dire buon Natale a te, don Donato, che sei rettore del seminario regionale, e, le parole di santità, tu sei bravo a dirmele più di quanto io non sappia fare con te. Perché tu, don Donato, hai un cuore che trabocca di tenerezza, e quando parli del Verbo che scende sulla terra e diventa l'Emmanuele, cioè il Dio con noi, si vede che ci credi a quello che dici, e daresti la vita perché anche gli altri ponessero lo sguardo su quel pozzo di luce che rischia di accecare i tuoi occhi. Mentre tu, Nicola, davanti al presepe resti impassibile, e il bue e l'asino ti fanno sorridere, e l'incanto di quella notte ti sembra una fuga dalla realtà, e rassomigli tanto a qualcuno di quei pastori (qualcuno ci deve essere pur stato!) che, all'apparizione degli angeli, non si è neppure scomposto ed è rimasto a scaldarsi davanti al fuoco del suo scetticismo. Non voglio forzare la tua coscienza, ma sei proprio sicuro che quel bambino non abbia nulla da dirti, e che questo mistero (che tu vorresti confinare tra le favole) di Dio fatto uomo per amore, sia completamente estraneo al tuo bisogno di felicità? Auguri, comunque, perché la tua irreprensibile onestà umana trovi nella culla di Betlem la sua sorgente e il suo estuario.
Dire buon Natale a te, Corrado, che vivi nella casa di riposo, e la sera ti lasci cullare dalle nenie pastorali, e te ne vai sulle ali della fantasia ai tempi di quando eri bambino, e la tua anima brulica di ricordi più di quanto i tratturi del presepe non brulichino di pecorelle, e pensi che questo sarà forse il tuo ultimo Natale, e ti raffiguri già il momento in cui Gesù lo contemplerai faccia a faccia con i tuoi occhi... è molto diverso che fare gli auguri a te, Antonietta, che hai vent'anni e tutti dicono che non sei più quella di una volta, e l'altro giorno mi hai confidato che non fai più parte del coro e che forse quest'anno non ti confesserai neppure. Buon Natale, Antonietta! Pregherò perché tu possa trovare cinque minuti per piangere da sola davanti alla culla, e in quel pianto tu possa sperimentare le stesse emozioni di quando la semplice carta stagnola del presepe ti faceva trasalire di felicità.
Un conto è dire buon Natale a te, Gianni, che stai in ospedale e oggi anche i medici se ne sono andati, e tu non vedi l'ora che arrivi il momento delle visite per poter parlare con qualcuno, e un conto è dire buon Natale a te, Pietro, che in carcere nessuno verrà a trovare dopo che ne hai combinate di tutti i colori perfino a tuo padre e a tua madre. Auguri a tutti e due, comunque, e ai vostri compagni di corsia o di cella: Gesù Cristo vi restituisca la salute del corpo e quella dello spirito.
Buon Natale a te, Carmela, che sei rimasta vedova. A te, Marina, che sei felice perché le cose vanno bene. A te, Michele, che ti disperi perché le cose vanno male. A te, Mussif, e a tutti i profughi albanesi che vivono insieme nella casa di accoglienza. A te, Sahìd, che guardi alla televisione gli spettacoli dell'Unicef sui bambini iracheni e slavi decimati dalla fame, e, per un'associazione di immagini non certo molto strana, pensi ai tuoi figli che hai lasciato in Tunisia.
Dopo che l'ho poggiata sull'altare, profumata d'incenso e grondante ancora di benedizioni divine, voglio dare la mano a tutti, sicuro che nessuno tirerà indietro la sua.
Perché a Natale, felice o triste che sia, fedele o miscredente, miserabile o miliardario, ognuno avverte, chi sa per quale mistero, che di quel bambino «avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia», una volta conosciuto, non può più fare a meno nessuno.
mons. Tonino Bello, Avvento-Natale. Oltre il futuro, Padova, Messaggero, 122-126.
The Blues Brothers - "Ho visto la luce!"
Un piccolo saggio della Veglia prima della Messa di Mezzanotte a Lurago M.
lunedì 24 dicembre 2007
Fortune della vita - 10
Prenatalizia - 7

domenica 23 dicembre 2007
Letture
Prenatalizia

Sono le loro lacrime, le lacrime di tanti che hanno passato giorni di dolore, di fatica, di nervosismo, di umiliazione.
Le lacrime si mescolano con le forti grida e le lacrime del Figlio di Dio: diventano la forza di una nuova alleanza. Senza la Domenica non possiamo vivere, benedette quelle famiglie che sanno accogliere il dono della Domenica senza lasciarsi trascinare dalle mode che ne vorrebbero fare una occasione di dispersione, di consumo, di frenesia di esperienze.
La convocazione comunitaria è profezia di una possibile fraternità dentro la città, nel cuore dei paesi: la messa della Domenica è la grazia di un incontro con fratelli e sorelle nella fede che ritessono la trama di rapporti che rischia di essere lacerata dall'individualismo e dalle paure, dalle pigrizie e dalla suscettibilità. È bella la messa della Domenica! Deve essere bella la chiesa, devono essere belli i canti e le parole: deve essere una festa.
I cristiani devono sentirsi nelle condizioni di invitare amici e conoscenti alla messa della Domenica: venite anche voi, è così bello e così necessario! La preghiera condivisa è una insuperabile esperienza spirituale. Si condivide la preghiera con tutti, con tutta la comunione dei santi.
Talora la fede fragile, distratta, problematica di uomini e donne del nostro tempo trova una imprevedibile intensità quando avverte d'essere dentro la grande preghiera della Chiesa: anche le parole ridotte a formule consunte possono diventare fuoco quando uno riesce a intuire come hanno vissuto la confidenza in Dio e il cammino della fede, proprio con quelle stesse parole, la santa nonna o il beato Cardinal Schuster, Madre Teresa o Padre Pio, Teresina di Gesù o il mio vecchio parroco, Carlo de Foucauld o mio papà.
La preghiera condivisa può essere un aiuto nei cammino della fede anche per i genitori. L'incanto con cui un bambino accende una candela o si prepara a ricevere la prima comunione, la concentrazione con cui il figlio presta servizio all'altare sono come una rivelazione della verità e serietà della presenza di Dio. La mamma e il papà che portano in chiesa il figlio per una scadenza che sembra imposta dall'età e dalla tradizione sono talora introdotti alle domande più serie, e tra tutte le cose importanti possono intuire che una sola è quella necessaria...
card. D. Tettamanzi, I giorni di Gerusalemme, 18-19
sabato 22 dicembre 2007
Presunzione
Prenatalizia - 6

Desideri per le giovani coppie
venerdì 21 dicembre 2007
Intelligenza e sapienza

Prenatalizia - 5

giovedì 20 dicembre 2007
Compay Secundo - Te doy la vida
Te doy la vida
Te doy la vida porque mi vida es tuya
Te entrego el alma sedienta de ilusión
No dudes nunca que muero por quererte
Te doy la vida, te doy el corazón (se repite)
Y cuando dueño sea, de la ilusión que siento
Unidos encontraremos la dicha y el placer
Juntitos viviremos, juntitos moriremos
Unidas las dos almas formando un solo ser
El amor de las mujeres no tiene comparación
No tiene, no tiene, no tiene comparación (se repite)
El amor de las mujeres no tiene comparación.
Canzone di Compay Segundo
Prenatalizia - 4

Maria e Giuseppe non trovano subito questo figlio che cresce, ma lo incontrano solo dopo tre giorni, nella gloria del tempio e in dialogo con Dio. Maria e Giuseppe rimangono pieni di stupore perché questa ricerca di Gesù si rivela come qualcosa di più grande di quanto potessero immaginare: sconvolgerà il senso normale dello loro esistenza e le prospettive del loro futuro. Eppure, hanno un grande rispetto e una grande attenzione verso Gesù. Fanno ritorno a Gerusalemme, come i discepoli dopo la Pasqua, pronti per una nuova rivelazione (cfr Luca 24,33).
Anche i genitori di oggi si trovano a riflettere e a pensare alle scelte che i loro figli dovranno intraprendere. Pensano, spesso con eccessiva preoccupazione, ai loro studi, alla loro professione, al loro posto nella vita e al loro futuro nell'amore. A volte sognano successo, ricchezza, prestigio, proiettando sui figli i loro desideri irrealizzati. Altre volte desiderano semplicemente una crescita serena, che sia senza eccessi, senza intemperanze, né smarrimenti. Alcuni si preoccupano della loro fede e di una seria educazione cristiana; altri la ritengono una questione di minor valore. In questa ricerca continua sul futuro dei figli, ogni papà e ogni mamma devono sempre avere un grande rispetto, una grande attenzione e una vera libertà da ogni attaccamento ai propri schemi: i figli non sono la loro copia o il loro specchio. Sono persone, persone libere e autonome.
Pensate, cari genitori, che non c'è niente di più bello di quanto Dio ha immaginato e predisposto per i vostri figli. Introdurre alla vita e alla fede significa insegnare ai bambini che la vita è un dono prezioso e una singolare vocazione. Voi avete la grande responsabilità di parlare ai vostri figli del mistero della vocazione, del fatto che Dio ha un progetto su di loro: non devono ostacolarlo, né devono temere, perché il desiderio di Dio su una persona è il suo bene più grande.
mercoledì 19 dicembre 2007
Leggere, leggere, leggere
Prenatalizia - 3

Maria viene presentata come la donna che attende. Fidanzata, cioè. Solo dopo ci viene detto il suo nome. L'attesa è la prima pennellata con cui san Luca dipinge Maria, ma è anche l'ultima. E infatti sempre san Luca il pittore che, negli Atti degli apostoli, dipinge l'ultimo tratto con cui Maria si congeda dalla Scrittura. Anche qui Maria è in attesa, al piano superiore, insieme con gli apostoli; in attesa dello Spirito (At 1, 13-14); anche qui è in ascolto di lui, in attesa del suo frusciare: prima dei sandali di Giuseppe, adesso dell'ala dello Spirito Santo, profumato di santità e di sogni. Attendeva che sarebbe sceso sugli apostoli, sulla chiesa nascente per indicarle il tracciato della sua missione.
mons. Tonino Bello, Avvento-Natale. Oltre il futuro, Padova, Messaggero, 46-48.
martedì 18 dicembre 2007
Pensieri
Prenatalizia - 2

Gesù ha passato molti anni in questo contesto familiare fatto di pensieri e di preghiere, di affetti e di obbedienze, di lavoro e di fede. È lì che Gesù ha imparato a leggere profondamente le realtà semplici della vita: le sue parabole sono uno specchio di questa attenzione sapiente alle cose di ogni giorno (il pane, la pasta lievitata, i talenti), alle meraviglie della natura (i gigli del campo, gli uccelli del cielo), al lavoro dell'uomo (il contadino, il pastore, la donna di casa), ai piccoli episodi della vita (la mietitura, la ricerca della dramma perduta).
Non possiamo però dimenticare che la famiglia di Nazaret ha dovuto attraversare non solo le luci ma anche le ombre che entrano in ogni famiglia. Lo documentano le pagine dei "vangeli dell'infanzia": ancora nel grembo l'ascolto del battere angoscioso del cuore di Maria nei giorni in cui Giuseppe aveva deciso di licenziarla in segreto, la nascita in una grotta fuori dell'albergo, l'esperienza dell'esilio e della dimora in terra straniera. Nulla di più concreto ci viene detto della "vita nascosta", se non che "il bambino cresceva e si fortificava". Perché non pensare anche a momenti di crisi, necessari per una crescita "forte" e per un provato cammino di fede per tutta la famiglia?Il mistero di Gesù a Nazaret ci richiama al primo luogo della fede che è la vita quotidiana nella propria casa e nella propria famiglia, ove la crescita nella fede non può avvenire come un'aggiunta giustapposta ai diversi aspetti della crescita del bambino, e poi del ragazzo e dell'adolescente, ma come una realtà che progressivamente rivela il senso di tutte le altre dimensioni della vita.
lunedì 17 dicembre 2007
Prenatalizia - 1

Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi, 21
sabato 15 dicembre 2007
Lo Spirito del Padre è già dentro

venerdì 14 dicembre 2007
Desideri di cielo

mercoledì 12 dicembre 2007
martedì 11 dicembre 2007
lunedì 10 dicembre 2007
Ricordando la nascita di Martina
«Ogni giorno muoiono 13mila bambini»
L'Ong "Save the Children" chiede un immediato intervento dei leader riuniti a Lisbona
LISBONA - L'Ong umanitaria 'Save the Children' ha chiesto un immediato intervento dei leader africani ed europei riuniti a Lisbona per il secondo vertice Ue-Africa in favore dei milioni di bambini del continente nero che ogni anno muoiono per malattie «facilmente curabili». In una nota, il responsabile della campagna di 'Save the Children' per l'Africa Martin Kirk ha rilevato che solo oggi, durante la prima giornata del summit di Lisbona, «oltre 13.000 bambini africani sotto i cinque anni moriranno, per lo più per malattie facilmente curabili».
Ogni anno, secondo Save the Children, i bambini morti sono circa 5 milioni nell'Africa sub-sahariana. «La maggior parte di queste morti è dovuta a diarrea, polmonite e malaria, malattie facili da prevenire e curare», ha affermato Kirk. L'Ong umanitaria ha chiesto ai leader africani di rispettare la promessa fatta al vertice di Abuja, di dedicare almeno il 15% dei bilanci dei loro stati per la salute, e a quelli europei di mantenere l'impegno di destinare lo 0,7% del Pnl dei bilanci dei loro paesi all'aiuto allo sviluppo. Per ora, ha rilevato Save the Children, solo Svezia, Lussemburgo, Olanda e Danimarca hanno raggiunto questo obiettivo.
08 dicembre 2007 http://www.corriere.it/esteri/07_dicembre_08/africa_muoiono_bambini_vertice_ue_43f6881c-a584-11dc-87a0-0003ba99c53b.shtml
domenica 9 dicembre 2007
sabato 8 dicembre 2007
Accogliere il dono

venerdì 7 dicembre 2007
Dare la vita

giovedì 6 dicembre 2007
Memoria e futuro
mercoledì 5 dicembre 2007
Ecco Martina!
martedì 4 dicembre 2007
E' NATA MARTINA!
domenica 2 dicembre 2007
Amore e salvezza

Alessandro Pronzato, Vangeli scomodi, 221
sabato 1 dicembre 2007
Benigni - Se muore lei
Se muore lei, per me tutta questa messa in scena del mondo che gira, posso anche smontare, portare via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un camion col rimorchio, possiamo spengere questa luce bellissima del sole che mi piace tanto... ma tanto... lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto... portar via tutto questo tappeto, queste colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le 7 del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare, le zucchine... le zucchine...
Benigni - Poesia
Tratto dal film "La tigre e la neve"
Su su.. svelti, veloci, piano, con calma...
Poi non v'affrettate, non scrivete subito poesie d'amore, che sono le più difficili, aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni.
Scrivetele su un altro argomento... che ne so... sul mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo... che non esiste una cosa più poetica di un'altra!
Avete capito?
La poesia non è fuori, è dentro... Cos'è la poesia, non chiedermelo più, guardati nello specchio, la poesia sei tu...
..e vestitele bene le poesie, cercate bene le parole... dovete sceglierle!
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola!
Sceglietele...che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere.
Da Adamo ed Eva... lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta!!!
"Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa.." ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!
Innamoratevi, se non vi innamorate è tutto morto... morto!
Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto... dilapidate la gioia, sperperate l'allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza!
Fate soffiare in faccia alla gente la FELICITÀ! E come si fa? ...fammi vedere gli appunti che mi sono scordato... questo è quello che dovete fare...
non sono riuscito a leggerli!
Per trasmettere la felicità, bisogna essere FELICI e per trasmettere il dolore, bisogna essere FELICI.
Siate FELICI!!!
Dovete patire, stare male, soffrire.. non abbiate paura di soffrire, tutto il mondo soffre!
E se non avete i mezzi non vi preoccupate... tanto per fare poesie una sola cosa è necessaria... tutto.
Avete capito?
E non cercate la novità... la novità è la cosa più vecchia che ci sia...
E se il verso non vi viene, da questa posizione, né da questa, ne da così, buttatevi in terra! Mettetevi così!
Ecco... ohooo... è da distesi che si vede il cielo...
guarda che bellezza...perché non mi ci sono messo prima...
I poeti non guardano, vedono.
Fatevi obbedire dalle parole... Se la parola 'muro' non vi da retta, non usatela più...per otto anni, così impara! Che è questo, bhooo non lo so!
Questa è la bellezza, come quei versi là che voglio che rimangano scritti li per sempre...
forza, cancellate tutto che dobbiamo cominciare!
La lezione è finita.
Ciao ragazzi ci vediamo mercoledì o giovedì...
Ciao arrivederci!
venerdì 30 novembre 2007
Poesia

Su su.. svelti, veloci, piano, con calma...Poi non v'affrettate, non scrivete subito poesie d'amore, che sono le più difficili, aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni. Scrivetele su un altro argomento... che ne so... sul mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo... che non esiste una cosa più poetica di un'altra! Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro... Cos'è la poesia, non chiedermelo più, guardati nello specchio, la poesia sei tu.....e vestitele bene le poesie, cercate bene le parole... dovete sceglierle! A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola! Sceglietele... che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere. Da Adamo ed Eva... lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta!!! "Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa.." ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre! Innamoratevi, se non vi innamorate è tutto morto... morto! Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto... dilapidate la gioia, sperperate l'allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza! Fate soffiare in faccia alla gente la FELICITÀ! E come si fa? ...fammi vedere gli appunti che mi sono scordato... questo è quello che dovete fare...non sono riuscito a leggerli! Per trasmettere la felicità, bisogna essere FELICI e per trasmettere il dolore, bisogna essere FELICI. Siate FELICI!!! Dovete patire, stare male, soffrire.. non abbiate paura di soffrire, tutto il mondo soffre! E se non avete i mezzi non vi preoccupate... tanto per fare poesie una sola cosa è necessaria... tutto. Avete capito? E non cercate la novità... la novità è la cosa più vecchia che ci sia... E se il verso non vi viene, da questa posizione, né da questa, ne da così, buttatevi in terra! Mettetevi così! Ecco... ohooo... è da distesi che si vede il cielo... guarda che bellezza...perché non mi ci sono messo prima... I poeti non guardano, vedono. Fatevi obbedire dalle parole... Se la parola 'muro' non vi da retta, non usatela più...per otto anni, così impara! Che è questo, bhooo non lo so! Questa è la bellezza, come quei versi là che voglio che rimangano scritti li per sempre...forza, cancellate tutto che dobbiamo cominciare! La lezione è finita.Ciao ragazzi ci vediamo mercoledì o giovedì... Ciao arrivederci!
giovedì 29 novembre 2007
Avventure e capponi
