sabato 6 dicembre 2008

Siamo sempre lì: money!

I soldi della festa patronale: è possibile vedere i conti?
di mons. Mario Delpini
Avvenire - Milano 7 - 16.11.08
«La festa patronale è stata un successo», dicono quelli del comitato. Intendono dire che non c’è mai stata tanta gente in coda per divorare wurstel e patatine, che il bel tempo ha favorito interminabili serate di musica o di rumore, che si sentono ripagati di ore e ore di lavoro, quando raccolgono gli apprezzamenti: «Voi sì che vi date da fare, non come al mio paese...». Caricati di entusiasmo e di soddisfazione, quelli del comitato si presentano al nuovo parroco per godersi l’incoronazione finale: «Ecco, signor parroco, abbiamo una bella offerta per la parrocchia: la festa patronale è stata un successo!». Il parroco è contento, ringrazia, elogia, incoraggia. E dice anche: «Dovreste presentarmi anche un rendiconto, una specie di bilancio. È bene che la gente sappia di spese e ricavi... e anche per essere in regola con tutto». «Ma come? Non si fida di noi? Dopo vent’anni di ore piccole e di sudore tra le pentole!». Insomma quelli del comitato l’hanno presa male, come se fosse un’offesa, un sospetto, un insulto alla loro generosità. Ne è venuto uno strascico di mormorazione, di volti rabbuiati, di incontri evitati: «Se è così che ci tratta, allora...». Invece di tanto malumore, non sarebbe più semplice presentare un rendiconto?

Incapace

Ieri sera a "TG2 Punto di vista" (ore 23) Antonio Socci ha aggredito il prof. Remo Cacitti, docente di Letteratura cristiana antica presso l'Università di Milano. Io non dico che il libro scritto da questo prof con Augias sia bello o condivisibile, ma il prof. Cacitti è senz'altro una persona pacata, intelligente, rispettosa. Magari non avrà tutte idee eccellenti. Ma Socci è del tutto incapace di ascoltare; incapace di dialogare; incapace di parlare; incapace di capire; incapace di carità cristiana. Eppure dice di verità, testimonianza, Cristo, storia. Ma un conto è far uscire dei suoni dalla bocca, altra cosa è ciò che si dice col resto della propria persona.
In attesa di avere il filmato di quella trasmissione, per ora un esempio lampante delle incapacità di Socci (che in questo caso si misura sullo stesso piano con un altro mostro del pregiudizio e della non-comunicazione).

venerdì 5 dicembre 2008

In comunione fraterna, preghiamo

E' morto il patriarca russo Alessio II
Capo della Chiesa ortodossa russa, aveva 79 anni ed era malato da tempo. Ha guidato 135 milioni di ortodossi russi dal 1990.

Matrimonio in-dissolubile

Il contenuto dell'articolo è un po' edulcorato,
ma prendiamo quello che c'è!
Lo puoi trovare anche qui.

Riusciamo ad essere diversi?!

Quando si organizza il matrimonio del secolo
di mons. Mario Delpini
Avvenire - Milano 7 - 06.04.08
Il parroco comincia a preoccuparsi quando insieme ai fioristi arrivano gli architetti. Poi gli operatori per le riprese. Poi il direttore del coro. E tutti pretendono di spostare panche, posare fili e fari. Si sposa la figlia di Antonio, il riccone: non si bada a spese. La sposa arriverà su una carrozza tirata da quattro cavalli bianchi, si esibirà il coro dei madrigalisti rinascimentali. Sarà il matrimonio del secolo. Il parroco raccomanda, invano, un po’ di buon senso e di curarsi più della grazia e responsabilità del sacramento che della qualità delle riprese. Per quanto infastidito dalle continue richieste e pretese, il parroco comincia a fantasticare sull’offerta per la chiesa: «Se mi dà tanto, potrei pagare questa fattura... se poi mi dà di più potrei fare anche quel lavoretto... a meno che Antonio non mi proponga di rifare a sue spese l’impianto di amplificazione, che ce ne sarebbe bisogno...». Quando poi arriverà la busta con un biglietto di ringraziamento e l’offerta di 50 euro, il parroco si conferma nella teoria di suo zio: «Sai perché i ricchi sono ricchi? Perché i loro soldi li tengono e li spendono per sé e la generosità non sanno dove abiti».

giovedì 4 dicembre 2008

Ricollegamento

Trovo che sia un buon modo
di tradurre
la dinamica del riavvicinamento...
da entrambe le parti!
Guarda questo video!

Il sorriso della vita


"Non conosco nulla che possa eguagliare in gloria
il tuo viso quando ridi, amore mio.
Quella luce del tuo volto in me,
la morte non potrà prendersela come farà con tutto il resto.
Essa prenderà il resto perché l'avrà già tenuto tra le braccia nel corso della vita.
Questo viso, non riuscirà a prenderlo, e se si avvicinasse, si brucerebbe le dita"
Christian Bobin, Il distacco dal mondo, 27

Buon compleanno, Martina!

4 dicembre 2007 - 4 dicembre 2008

mercoledì 3 dicembre 2008

Cecità

Dal Vangelo della liturgia di oggi:
Riunita la folla, il Signore Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Mt 15, 10-14).

Ho pregato per quando sono io guida cieca;
per quando sono guidato da ciechi;
per quando mi lascio guidare come un cieco,
pur sapendo di essere guidato da ciechi.
don Chisciotte

Ieri, oggi e sempre

La triplice venuta di Cristo
dai Discorsi di san Bernardo

De Adventu Domini, sermo V,1-3. PL 183,50-51
Conosciamo una triplice venuta del Signore: nella prima egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell'ultima verrà nella maestà della gloria.
Questa venuta intermedia è la via attraverso la quale giungiamo dalla prima all'ultima: nella prima venuta Cristo fu nostra redenzione, nell'ultima si manifesterà come nostra vita, in questa e nostro riposo e nostra consolazione.
Ma perché ad alcuno non sembrino forse cose inventate quelle che stiamo dicendo di questa venuta intermedia, ascoltate ciò che dice Gesù stesso: "Se uno mi ama conserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui". Ma che cosa significa: "Se uno mi ama conserverà la mia parola"? Ho letto infatti altrove: "Chi teme Dio, opererà il bene". Ma di chi ama è detto qualcosa di più: che conserverà la parola di Dio.
Poiché sono beati coloro che custodiscono la parola di Dio, tu custodiscila in modo che scenda nel profondo della tua anima e si trasfonda nei tuoi affetti e nei tuoi costumi. Nutriti di questo bene e la tua anima ne trarrà delizia e forza. Non dimenticare di cibarti del tuo pane, perché il tuo cuore non diventi arido e la tua anima sia ben nutrita del cibo sostanzioso.
Se conserverai così la parola di Dio, non c'è dubbio che tu pure sarai conservato da essa. Verrà a te il Figlio con il Padre, verrà il grande Profeta che rinnoverà Gerusalemme e farà nuove tutte le cose.

"Misuro quindi sono"?

E' triste pensare che un essere umano possa
(o debba) pensare di capirsi
solamente "misurandosi".
Mi auguro che nel profondo
sappiano che non è così.
don Chisciotte

«Per comprendere meglio se stessi»
Life 2.0, tutta la vita annotata sul Web
In Rete sempre più "self-tracker": trasformano ogni evento della vita in dati da inserire su Internet
In fondo, capire la vita è semplice. Basta ridurla a una serie di dati, prenderne nota con immensa precisione, e affidare il tutto a un computer. O meglio, a Internet. Di questo sono convinte un numero sempre maggiore di persone, nel mondo – i membri dell’ultima tribù nata intorno alla Rete, quella dei "self-tracker". Gente come Brynn Evans e Chris Messina, lei imprenditrice, lui studente di scienze cognitive a San Francisco. Appena saputo che in Rete era nato un nuovo sito su cui poter registrare tutti i propri rapporti sessuali (data, durata, ora, posizioni, partner e – ovviamente – voto finale della performance), i due, fidanzati da sette mesi, vi si sono iscritti. Ma YYY (questo l’indirizzo dove catalogare ogni amplesso) è solo l’ultimo dei siti a cui i due sono devoti: su ZZZ registrano ogni aspetto (non sessuale) della loro relazione, su XXX ogni posto dove sono andati, su TTTT le loro abitudini di guida, su JJJ quelle di ascolto musicale, su rescuetime.com quelle di navigazione in Rete.
Brynn ne usa anche uno - KKK – per tenere il diario del proprio ciclo mestruale. In pratica, ogni "evento" della loro vita diventa una serie di dati, che il computer trasforma in una tendenza. Tutta da analizzare. Non si tratta, spiegano, di tenere un diario su Internet. Si tratta di capire se stessi. La precisazione non è da poco. Se siti come QQQ, ad esempio, servono per raccontare ad altri la propria vita, indirizzi come ??? (dove si indicano le calorie assunte e quelle spese), sono "invisibili" dall’esterno (anche se su &&& si può decidere di ammettere il proprio partner, magari per farlo ingelosire con i "voti" dei propri rapporti con l’ex). Insomma: i self-tracker non vogliono raccontare se stessi ad altre persone. Vogliono registrare tutto ciò che accade loro. Ma perché? «Voglio capire quanto le persone con cui parlo mi ispirano. O quanto i siti su cui passo del tempo mi sono utili», spiega al Washington Post Lisa Brewster, una ragazza di San Diego che con il suo ragazzo, David Horn, sta cercando di creare un sito onnicomprensivo, su cui raccogliere i dati di tutto quello che si fa. «Non sarebbe fantastico se potessimo raccogliere ogni giorno i dati sulla pressione del sangue?» continua Gary Wolf, fondatore di %%%, un gruppo di San Francisco che si incontra ogni mese per condividere i siti da "self-tracker".
C’è anche chi ha iniziato a comportarsi così per un motivo preciso: Michelle McGillivray, ad esempio, si è iscritta a *** per rimanere incinta. Ma continua a usarlo anche dopo aver avuto un bambino, per capire, ad esempio, «se i vestiti che indosso possono aiutarmi a stare meglio durante il ciclo». Il punto, spiega David Horn (il ragazzo che cerca di costruire il "supersito"), è che «i grandi eventi spesso sono causati da una serie di piccoli fatti, apparentemente insignificanti». Ad esempio: accorgersi che vedere la propria ragazza il venerdì, dopo gli allenamenti, rende ogni appuntamento un fiasco, potrebbe aiutare a evitare una rottura. Ma c’è anche chi sottolinea un altro aspetto: «I dati non mentono» spiega Jayne Gackenbach, "psicologa di Internet" al Grant MacEwan College di Alberta, in Canada. Prendere nota di ogni sigaretta che si fuma, o di tutto quello che si mangia, aiuta a evitare di «perdonarsi troppe infrazioni». Insomma: il self-tracking può aiutare a tenere d’occhio una dieta, a capire quando il livello di stress impone una vacanza, forse anche a migliorare le proprie relazioni. Anche se rimangono dei problemi. La cronista del Washington Post Monica Hesse, ad esempio, ha chiesto a Lisa Brewster e al suo ragazzo se avessero pensato di considerare un sito buono anche se non è «utile», ma rende di buonumore. I due genietti informatici si sono guardati e, dopo un secondo, hanno spiegato: «Beh, questo è un algoritmo più complicato».

martedì 2 dicembre 2008

Musica rinascimentale... con don Chisciotte

Delicatissima musica, immagini indimenticabili!!

Tradizioni nostre

Ripenso alle parole di Gesù nel Vangelo della Liturgia di oggi:
«E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? (...) Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. / Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: / “Questo popolo mi onora con le labbra, / ma il suo cuore è lontano da me. / Invano essi mi rendono culto, / insegnando dottrine che sono precetti di uomini”» (cfr Matteo 15, 1-9).
Le sento rivolte anzitutto a me;
ma mi sembra dicano una parola autorevole anche sui lavori
che hanno portato al nuovo Lezionario ambrosiano.
don Chisciotte

lunedì 1 dicembre 2008

Anniversari

Nel quarantesimo anniversario del mio Battesimo,
un ricordo e un grazie a coloro che sono stati e sono per me
una piccola-grande porzione di Chiesa!

Numeri

Mondo Auditel
di Massimo Gramellini
Siamo un milione, urla al tg uno studente romano. E non mi colpisce che usi il numero in maniera disinvolta (magari erano duecentomila), ma che lo urli come se essere tanti fosse l’unica cosa che conta. Di ogni manifestazione solo questo ormai rimane nella memoria. Il numero. Autentico, supposto, conteso o surreale come i due milioni e mezzo del Circo Massimo, che per starci tutti avrebbero dovuto essere magri come Fassino. La dittatura del numero è una regressione recente, ma assimilata così in fretta che a molti sembrerà incredibile sia esistito un tempo in cui il numero non contava nulla. Eppure la storia dell’umanità è stata per millenni una storia di minoranze decise: ad assaltare la Bastiglia o il Palazzo d’Inverno furono in pochi. Eppure il capitalismo degli anni d’oro si basava sull’assunto di Cuccia: «Le azioni si pesano, non si contano». Eppure i romanzi di Gadda diventarono dei classici avendo molto meno pubblico di un programma della Ventura. La quantità non era ancora sinonimo di qualità. Le maggioranze erano «silenziose» per antonomasia. E quando non lo erano diventavano pericolose. Oppure ottuse: quanti saranno stati in piazza Venezia nel giugno 1940 ad applaudire la dichiarazione di guerra? Un milione, forse due milioni e mezzo. Ma il numero non rende quell’ovazione più civile delle lacrime con cui l’avranno ascoltata alla radio i cenacoli ristretti dei dissidenti.
Sarà per questo che non mi sono mai piaciuti i cortei e le processioni. Per citare l’introverso Paolo Giordano, ai ragazzi che si adeguano alla retorica della massa preferisco la solitudine dei numeri primi.

domenica 30 novembre 2008

Connessi?

Il nono rapporto dell'Eurispes fotografa la condizione dell'infanzia e dell'adolescenza
I nostri giovani «iperconnessi», tra chance e rischi sul web
Tv, telefonino, lettori mp3 e internet: ecco come i bambini li usano. L'allarme molestie e «droghe sonore»
I piccoli italiani sono sempre più tecnologici. E' una generazione di «iperconnessi tecnoager» quella dei bambini e degli adolescenti fotografata dall'Eurispes nel suo nono «Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza», presentata martedì in collaborazione con Telefono azzurro. «Tv, telefonino, consolle, lettore mp3 e Internet fanno parte della dotazione hi-tech di base delle nuove generazioni che, approfittando della semplicità di accesso e dei costi relativamente contenuti che caratterizzano queste apparecchiature, li hanno trasformati in porte di accesso sul mondo e insieme strumenti privilegiati nella fruizione del tempo libero», si legge nel rapporto.
Basti pensare che quanti non possiedono un cellulare rappresentano ormai «una sparuta minoranza» e che tre ragazzi su 10 lo usano per più di 4 ore al giorno. Parte consistente della giornata viene poi dedicata a navigare su Internet: nel 26,5% dei casi fino ad un'ora al giorno, nel 22,5% da 1 a 2 ore, nel 16,5% da 2 a 4 ore e nel 12,9% per più di 4 ore al giorno. L'utilizzo più diffuso di internet fra gli adolescenti concerne la ricerca di informazioni di proprio interesse (90,5%) e di materiale per lo studio (80%). Sono tuttavia estremamente diffusi il download di musica, film, giochi o video (72,5%) e la fruizione di filmati su Youtube (69%). Mutano i linguaggi, osserva Eurispes, tanto che parlare fa rima ormai con chattare: sette adolescenti su dieci fanno nuove conoscenze oppure coltivano quelle preesistenti in chat, che scalza la «vecchia» posta elettronica come strumento privilegiato del «dialogare-scrivendo».
Eppure, tra le numerose potenzialità espressive offerte dalle tecnologie, avverte il rapporto, «si annidano nuove forme di violenza e di sopraffazione, come il cyberbullismo, ma anche il pericolo di abusi». L'11,5% degli adolescenti intervistati è stato molestato o comunque ha dichiarato di aver ricevuto proposte oscene da un coetaneo; nel 7,7% dei casi l'autore delle molestie era invece un adulto conosciuto online. È capitato, inoltre, all'8% degli adolescenti di aver incontrato in chat un adulto che, simulando identità diverse, si dichiarava suo coetaneo.
Una delle più recenti novità nell'ambito del web, segnala inoltre Eurispes, è rappresentata dal commercio delle cosiddette «droghe sonore», frequenze scaricabili da Internet a basso costo che agiscono sul cervello sollecitando l'attività cerebrale in modo simile alle sostanze stupefacenti. Anche se molti avanzano dubbi su questo fenomeno. Sempre tra i giovani in Internet si segnala la diffusione di siti, blog e forum di persone accomunate dalla stessa ossessione per il cibo e affette dall'anoressia e dalla bulimia. «Se dalle righe dei loro scritti emerge il vissuto di sofferenza che accompagna i disturbi del comportamento alimentare, è pur vero che sono molti i siti in cui le autrici "postano" regole e strategie per non mangiare, per evitare di destare sospetti, vere e proprie istigazioni all'anoressia e alla bulimia».
«Le caratteristiche della Rete sono dunque contraddittorie», conclude il rapporto. «Se da un lato è lo spazio dello scambio, della conoscenza, dell'incontro, dall'altro rischia di essere un luogo di solitudine, di persone che sole stanno davanti al proprio pc o al display del telefonino. La si potrebbe definire una solitudine troppo rumorosa, come quella del titolo di un romanzo di Hrabal o, utilizzando una figura retorica come l'ossimoro, una forma di «socializzazione solitaria».

Ceri

Un'idea per chi viene bocciato tre volte alla maturità...!?
Il cero acceso alla Madonna: preghiera o superstizione?
di mons. Mario Delpini
Avvenire - Milano 7 - 11.05.08
Non solo le vecchiette s’avvicinano all’altare della Madonna, alla statua di Padre Pio, depongono la loro offerta e offrono un cero. Ci sono anche le mamme preoccupate perché hanno sentito la figlia litigare con il genero. Ci sono anche ragazzi e ragazze che ritrovano la porta della chiesa proprio la mattina in cui devono affrontare l’esame di maturità. Accendono una candela anche uomini e donne di mezza età, in attesa dell’esito di un esame medico delicato. La fiamma dei ceri danza davanti alla Madonna e ai santi come la continuazione di una preghiera, di un pianto che invoca consolazione. Don Angelo però non nasconde il suo disappunto quando vede la signora Luisa che, proprio mentre lui sta predicando, attraversa tutta la chiesa, va diritta all’altare della Madonna, accende il suo cero e se ne esce imperterrita. Non s’accorge del disturbo che reca, né del fatto che don Angelo ha perso il filo della predica, non ha tempo per una genuflessione. È certa che l’esame di sua nipote andrà bene: come può la Madonna non suggerirle la risposta giusta dopo che le ha acceso un cero da 2 euro? Anche le forme di devozione possono diventare una specie di ambigua superstizione.