sabato 24 gennaio 2009

Geniale, cioè semplice e impossibile!

Il Grande Gatsbello
di Massimo Gramellini
Avrei una modesta proposta per innalzare il livello delle conversazioni all’interno della casa del Grande Fratello, che quest’anno mi dicono essere particolarmente mortificante. Si tratterebbe di introdurre un oggetto misterioso e credo addirittura vietato in quelle contrade. Un libro. Uno qualsiasi, meglio se non troppo lungo e troppo difficile: lo choc potrebbe rivelarsi eccessivo. «Il Grande Gatsby» andrebbe benissimo. Intanto per il titolo, che in due parole su tre ricorda quello della trasmissione. E poi per la trama: le peripezie di un tipo che diventa ricco con dei traffici illegali allo scopo di riconquistare una bellezza dell’alta società. Verrebbe compresa dai concorrenti senza sforzi di fantasia.
Esaurita la comprensibile diffidenza iniziale verso l’intruso, si tratterebbe di prenderlo in mano, con la dovuta cautela, e di leggerne un capitolo al giorno a rotazione. Ogni sera il lettore di turno dovrà riassumere il capitolo al resto della compagnia e, per estensione, alle folle dei fan acquartierate davanti alla tv in ansiosa attesa di una palpata o almeno di un rutto. Non mi sfugge il limite dell’operazione. Maneggiare un capolavoro al di fuori delle apposite gabbie riservate agli intellettuali rischia di provocare effetti indesiderati: una irrorazione sistematica dei cervelli e la scoperta che la letteratura, oltre che un passatempo per asociali, può diventare persino un pretesto di conversazione. Eppure, al posto della Marcuzzi, tenterei l’azzardo lo stesso. Dai. Un capitolo ogni tre rutti mi sembra un compromesso accettabile.

Etica della comunicazione su Internet

NEtiquette ovvero il Galateo di Internet
Perchè un galateo su Internet?
Fino a a metà degli anni novanta, l'accesso ad Internet era assai complicato richiedendo notevole perizia e delle competenze da iniziati. I nuovi adepti, conosciuti in gergo col nome di newbies (traducibile in neofiti) per potersi muovere tra le risorse disponibili in Internet, dovevano chiedere aiuto ed informazioni ai verterani in un mondo che non presentava certamente strumenti user-friend (...). La necessita' di richiedere aiuto ad altri per potersi districare in questo strano mondo, aveva un profondo significato educativo in quanto i nuovi utenti, per ottenere le informazioni di cui avevano bisogno, dovevano comportarsi in modo gentile e corretto. Divenuti esperti, a loro volta pretendevano un eguale atteggiamento dai nuovi arrivati, pronti comunque a fornire gli aiuti necessari, memori dell'aiuto ricevuto in precedenza.
La facilita' con la quale oggi e' possibile collegarsi ad Internet ha comportato, accanto al dato positivo della accessibilita' ai piu' svariati tipi di informazioni da parte un sempre maggior numero di persone, un effetto negativo: i nuovi utenti infatti spesso non vengono addestrati opportunamente ad un uso corretto delle risorse di rete.
La rete è costituita da un insieme di risorse informative condivise quotidianamente da milioni di persone: è importante ricordare che le informazioni disponibili sono il frutto del lavoro e dell'impegno degli utenti connessi e che, quindi, è bene rispettare il lavoro degli altri così come si richiede il rispetto per il proprio. Non si dovrebbe ritenere escluso da tali considerazioni nemmeno chi non ha messo propri documenti nel web, in quanto un comportamento lesivo da parte di altri "navigatori" può comunque compromettere il corretto utilizzo di servizi quali, ad esempio, la posta elettronica (basti pensare a come ci sentiremmo se sapessimo che qualcuno ha violato volontariamente la riservatezza dei nostri messaggi).
Non essendo Internet gestita da un ente supervisore, ogni utente deve conoscere le proprie responsabilità, riguardanti le regole da seguire per un comportamento corretto. Anche se chi vigila sugli utenti abbonati ad un determinato provider è il provider stesso, resta comunque un dovere di ogni utente, e non del provider, comprendere le implicazioni derivate dalla condivisione con altri di un "territorio" comune, seppure virtuale.
Esiste un insieme di regole denominato Netiquette che si potrebbe tradurre in "Galateo (Etiquette) della Rete (Net)" che consiste nel rispettare e conservare le risorse di rete e nel rispettare e collaborare con gli altri utenti.
Entrando in Internet si accede ad una massa enorme di dati messi a disposizione il piu' spesso gratuitamente da altri utenti. Pertanto bisogna portare rispetto verso quanti, spesso in maniera volontaria, hanno prestato e prestano opera per consentire a tutti di accedere a dati ed informazioni che altrimenti sarebbero patrimonio di pochi o addirittura di singoli.
In Internet regna un'anarchia ordinata, intendendo con questo il fatto che non esiste una autorita' centrale che regolamenti cosa si puo' fare e cosa no, ne' esistono organi di vigilanza. E' infatti demandato alla responsabilita' individuale il buon funzionamento delle cose.
Si puo' pertanto decidere di entrare in Internet come persone civili, o al contrario, si puo' utilizzare la rete comportandosi da predatori o vandali saccheggiando le risorse presenti in essa. Sta a ciascuno decidere come comportarsi.
Di seguito vengono riportante una serie di norme di utilizzo per l'uso delle risorse Internet di piu' frequente utilizzo (...) una specie di "Tavola dei 10 Comandamenti di etica del computer":
1.Non fare uso di un computer per danneggiare altre persone.
2.Non interferire nel lavoro di altre persone.
3.Non curiosare nei file di altra gente.
4.Non usare un computer per rubare.
5.Non usare un computer per recare falsa testimonianza.
6.Non usare del software copiato se non hai pagato per averlo.
7.Non usare le risorse di altre persone su altre macchine senza autorizzazione.
8.Non ti appropriare del pensiero di altri.
9.Pensa alle conseguenze dei programmi che scriverai.
10.Usa un computer con rispetto e considerazione.

Netetiquette delle chat
Le buone maniere di internet, chiamate anche galateo della chat o Netetiquette. La netetiquette altro non è che il codice di buon senso in rete: una serie di piccoli accorgimenti che ci permettono di utilizzare liberamente tutti i servizi di internet senza rischiare di apparire invadenti conquistatori della terra di nessuno. Naturalmente se non rispettiamo la netiquette nessuna pattuglia della polizia verrà ad arrestarci, ma saremo comunque malvisti da tutti gli utenti con cui abbiamo modo di relazionarci sul web. (...) Metterla in pratica non significa essere bacchettoni moralisti, ma semplicemente persone che vivono fino in fondo lo spirito di internet. A ben vedere non esiste nessun precetto che non sia elementare da seguire, quindi perchè non farlo? il problema nasce, infatti, in caso contrario quando cerchiamo di sfruttare la rete e i suoi utenti senza dimostrare il minimo rispetto per il prossimo.
Regole generali usate sui canali internazionali:
* Spamming: pubblicità a siti internet, altri canali chat o prodotti di qualsiasi tipo sono vietati.
* Lingua: in chat pubblica si parla italiano. Se vuoi parlare in dialetto o in altre lingue lo puoi fare con messaggi privati.
* Comportamento: non disturbare gli utenti con messaggi privi di senso, ripetuti o urlati; nel rispetto delle opinioni altrui evita discussioni di carattere politico, religioso o sportivo; non inviare messaggi discriminatori per sesso, età, idea politica, religione, razza, nazione o condizione fisica. Rispetta gli altri se vuoi essere rispettato.
* Salutare quando si entra o si esce da un canale.
* Evitare di usare il maiuscolo, perché scrivere in maiuscolo è considerato l'equivalente di urlare sopra i discorsi di tante persone. Se si vuole mettere in evidenza una parola o una frase si può ricorrere in base al tipo di chat a (simboli o frasi colorate).
* Evitare le ripetizioni, scrivere più di una volta lo stesso messaggio può compromettere la discussione in stanza in quanto le altre persone potrebbero non riuscire a leggere i messaggi della conversazione. Viene chiamato solitamente flooding.
* Cercare di non essere offensivi, scrivere messaggi troppo forti o comunque utilizzare un linguaggio troppo colorito potrebbe creare problemi nel canale. Non possiamo sapere se le persone che sono presenti e leggono i messaggi sono minori o persone con principi e idee diverse dalle nostre. In ogni caso è proibito insultare gratuitamente le altre persone.
* Evitare assolutamente di divulgare informazioni personali, (nome, cognome, telefono, e-mail)
* Quando si interagisce in chat bisogna tenere sempre presente che ci si trova in un ambiente virtuale popolato da tante persone diverse e che i nostri i messaggi saranno letti da sconosciuti di diversa età, cultura e religione, e quindi quello che scriviamo può facilmente essere mal interpretato.

Il Vaticano su Youtube

http://it.youtube.com/vaticanit

venerdì 23 gennaio 2009

Sto con la guardia!

La guardia della Regina si arrabbia
Un ragazzo lo prende in giro nella marcia davanti a Buckingham Palace: si prende un ceffone (video). Ma c'era l'immancabile videofonino a riprendere tutto. Il filmato è stato rilanciato dai tabloid britannici e sono scattate le polemiche. Non è stato ancora identificato il soldato in questione. Il ragazzo, un turista colombiano di 24 anni, ci è rimasto un po' male: "Pensavo di fare una cosa divertente".
Non mi pare che il cosidetto "ceffone" sia stato così forte, né umiliante...
e "quando ci vuole, ci vuole":
a 24 anni si può anche capire se è il caso di iniziare una cosa stupida
e soprattutto quando finirla..., cioé presto!

A te sono manifesto

Dall'Ufficio delle Letture di oggi
Conoscerò te, o mio conoscitore, ti conoscerò come anch'io sono conosciuto (cfr. 1 Cor 13, 12). Forza della mia anima, entra in essa e uniscila a te, per averla e possederla «senza macchia né ruga» (Ef 5, 27). Questa è la mia speranza, per questo oso parlare e in questa speranza gioisco, perché gioisco di cosa sacrosanta. Tutto il resto in questa vita tanto meno richiede di essere rimpianto, quanto più si rimpiange, e tanto più merita di essere rimpianto, quanto meno si rimpiange. «Ma tu vuoi la sincerità del cuore» (Sal 50, 8), poiché chi la realizza, viene alla luce (cfr. Gv 3, 21). Voglio quindi realizzarla nel mio cuore davanti a te nella mia confessione e nel mio scritto davanti a molti testimoni.
Davanti a te, o Signore, è scoperto l'abisso dell'umana coscienza: può esserti nascosto qualcosa in me, anche se m'impegnassi di non confessartelo? Se mi comportassi così, io nasconderei te a me, anziché me a te. Ma ora il mio gemito manifesta che io dispiaccio a me stesso, e che tu rifulgi e piaci e meriti di essere amato e desiderato, al punto che arrossisco di me e rifiuto me per scegliere te, e non bramo di piacere né a te né a me, se non in te.
Dunque, o Signore, tu mi conosci veramente come sono. Ho già espresso il motivo per cui mia manifesto a te. Non faccio questo con parole e voci della carne, ma con parole dell'anima e grida della mente, che il tuo orecchio ben conosce. Quando sono cattivo, l'atto di confessarmi a te non è altro che un dispiacere a me; quando invece sono buono, l'atto di confessarmi a te non è altro che un non attribuire a me questa bontà, poiché, «Signore, tu benedici il giusto» (Sal 5, 13), ma prima lo giustifichi quando è empio (cfr. Rm 4, 5). Perciò, o mio Dio, la mia confessione dinanzi a te avviene in forma tacita e non tacita: avviene nel silenzio, ma è forte il grido dell'affetto.
Tu solo, Signore, mi giudichi; infatti «chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui?» (1 Cor 2, 11). Tuttavia c'è qualcosa nell'uomo che non è conosciuto neppure dallo spirito che è in lui. Tu però, Signore, conosci tutto di lui, perché l'hai creato. Io invece, quantunque mi disprezzi davanti a te mi ritenga terra e cenere, so di te qualcosa che non so di me.
«Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia» (1 Cor 13, 12), e perciò, fino a quando sono pellegrino lontano da te, sono più vicino a me stesso che a te, e tuttavia so che tu sei inviolabile in modo assoluto. Ma io non so a quali tentazioni possa resistere e a quali no. Io ho speranza, perché tu sei fedele e non permetti che siamo tentati oltre le nostre forze, ma con la tentazione tu ci darai anche la via d'uscita e la forza per sopportarla (cfr. 1 Cor 10, 13).
Confesserò, dunque, quello che so e quello che non so di me; perché anche quanto so di me, lo conosco per tua illuminazione; e quanto non so di me, lo ignorerò fino a quando la mia tenebra non diventerà come il meriggio alla luce del tuo volto (cfr. Is 58, 10).
Dalle «Confessioni» di sant'Agostino, vescovo
(Lib. 10, 1. 1 - 2, 2; 5. 7; CSEL 33, 226-227. 230-231)

Gesti minimi

Una pubblicazione distribuita alle famiglie inglesi scritta dai figli
"Fai come me": gesti minimi per cambiare la vita del pianeta
Il mondo salvato dai bambini. A scuola il libro con i loro consigli
Come migliorare il mondo con i piccoli gesti. È questa l'idea lanciata da un'organizzazione ambientalista britannica, che si è rivolta a un gruppo di esperti particolari per tradurla in pratica: i bambini. Il movimento ecologista (...) ha raccolto per un anno i consigli di migliaia di scolaretti su modi pratici per cambiare le cose sul nostro pianeta.
Piccoli gesti, apparentemente senza importanza, che però sommati tutti insieme potrebbero modificare radicalmente il nostro stile di vita. Ora quei suggerimenti sono stati raccolti in un libro (...) I consigli sono estremamente semplici: fare sorridere qualcuno; chiedere al papà di fare una passeggiata insieme; imparare il linguaggio dei segni; far crescere in giardino qualcosa che poi si mangerà; non cantare sotto la doccia (per risparmiare tempo e acqua: la doccia media dura sette minuti per 35 litri d'acqua, mentre basterebbero due minuti per lavarsi - se tutti i bambini di una sola classe facessero così, in un anno risparmierebbero abbastanza acqua da riempire una piscina olimpionica). E ancora, fare un sacco di complimenti a tutti; non ricaricare il telefonino tutta la notte; leggere un libro insieme a un amico; guardare più attentamente ciò che ci circonda; e, come dice il titolo, insegnare alla nonna a scrivere messaggini sul cellulare.
Nell'introduzione al libro, gli attivisti di "We are what we do" affermano: "Il nostro obiettivo è unire la gente e dimostrare come, facendo ricorso a semplici azioni nella vita di tutti i giorni, possiamo creare un'atmosfera globale migliore. Basta fare qualcosa, anche una piccola, tutti insieme, per poter ottenere grandi cambiamenti". Il libro si rivolge poi ai bambini, dicendo loro: "Voi avete dei super poteri. Non sono eccitanti come la visione a raggi X o la capacità di volare o qualche altra incredibile magia dei supereroi del cinema. In effetti sono superpoteri piuttosto normali, ordinari, quelli di cui voi disponete. Ma potete usarli per cambiare le cose sulla terra. Come il surriscaldamento climatico, il bullismo, i diritti degli animali, e il perché non si vede più nessuno che sorride". (...)

giovedì 22 gennaio 2009

Giacobazzi 2008 - La Famiglia Del Mulino Bianco

Piccole donne... crescono?!

I sociologi lanciano l'allarme: nelle ragazzine tra i 9 e i 12 anni l'adolescenza è sempre più precoce
E il mercato si adatta, anche per sfruttare la forte spinta consumistica di queste nuove "piccole adulte"
Rossetto, dieta e seduzione: così le fatine diventano lolite
Ombelico generation, i sociologi l'hanno chiamata così. Taglia stretta e corta, colore rosa prevalente, seduzione anticipata, magliette piene di cuoricini. Età 9-12 anni, il transito dalle elementari alle medie. Sono le ragazze cresciute sull'onda lunga della Barbie, accerchiate da Bratz, Winx, magliette Hallo Kitty, lettrici di una miriade di riviste confezionate su misura per loro: Cioè, Kiss me, Pink Magazine, Pretty Girl e altre. Periodici che regalano già la matita nera per gli occhi o allegano un mascara, che mettono in copertina Zac Efron e Hannah Montana, che si chiedono "chi sta nel cuore della protagonista della serie tv "Gossip Girl"?". Che propongono test del tipo "sei una lei responsabile?" o che hanno rubriche di lettere in cui i primi ostacoli del cuore s'intrecciano con quelli delle diete per correggere una presunta pancetta, un fianco appena più largo dei desideri.
Ragazzine che si inabissano volentieri davanti alla tv, si sintonizzano su Disney Channel e Mtv, dialogano via Msn o Facebook, sono fan di "High School Musical", consultano la pagina dell'oroscopo, si lasciano già sedurre dai rossetti glitterati, abiti griffati, baby-star e principesse varie, insomma da un modello femminile concentrato sul corpo come mezzo di affermazione sociale. Ma finiscono qui le aspirazioni delle piccole donne di oggi? "Non credo proprio - spiega Simonetta Ulivieri, docente di Pedagogia generale all'università di Firenze - il problema è come difendere queste ragazzine dal "lolitismo" precoce che c'è in giro. La spinta consumistica che prende di mira le preadolescenti è forte, ma mi preoccupano di più gli ammiccamenti alla sensualità nel gioco così come nell'abbigliamento, non vedo molti argini da parte della società e delle famiglie". (...)
"C'è un decadimento nella qualità dei contenuti di quello che viene pubblicato - spiega Riccardo Pontegobbi, condirettore di Liber - Lo notiamo dai giudizi che danno i nostri collaboratori nelle recensioni". Da quell'osservatorio hanno spiato il mercato, visto precipitare il numero dei piccoli lettori, "mezzo milione in meno dalla metà degli Anni 90 a oggi" e nello stesso tempo crescere i titoli sfornati dalle case editrici (dai 900 nel 1987 ai 2.400 dell'anno passato). "A ogni libro diamo un voto, da una a quattro stelle, ma circa il 75% sta nelle due fasce più basse, quelle con un giudizio mediocre". I titoli la dicono lunga: spiegano come "diventare una rock star", annunciano piccoli manuali di galateo, istruzioni su "come sopravvivere alla prima cotta", oppure hanno per protagonisti personaggi seriali minori che nascono sulla scia di un successo come Harry Potter o come le Winx e che ne copiano le gesta e le magie. "La spinta commerciale - spiega Emy Beseghi, docente di Letteratura per l'infanzia a Bologna - sforna libri a getto continuo e rischia di schiacciare i prodotti di qualità che pure ci sono, ma sembrano disperdersi in un oceano di titoli. Penso ad autori di alto profilo come Bianca Pitzorno, Jerry Spinelli, Silvana Gandolfi e altri anche fra i classici che continuano a essere letti e cercati". L'accelerazione verso il mondo dei grandi ha abbassato l'età media delle lettrici di riviste di successo come Cioè, oltre 120mila copie di tiratura. "L'ingresso nell'età più adulta è anticipato - dice Manuela Trinci, psicoterapeuta - Il fenomeno etichettato con il nome di tweening (adolescenza precoce) fa capire come i prodotti, i programmi tv, le riviste apparentemente rivolti alle quattordicenni vengano in realtà fruiti dalle bambine di 7-8 anni".
Le bambole cominciano a essere sexy, a portare i tacchi alti, la pubblicità e la moda a promuovere trasparenze e cuoricini, certi libri di testo a riportare vecchi stereotipi femminili che, rileva ancora Emy Beseghi, "continuano ad essere maestre, segretarie, infermiere". Le solite gabbie (...).

Miracoli!

Miracoli della tecnologia,

ecco che già riprendono i post sul nostro sito!

State bene?! Io sì, grazie!

Mi sento sempre più normale, secondo quanto dice Gramellini:

Jury e puri
di Massimo Gramellini

L’olimpionico di ginnastica Jury Chechi ha respinto le offerte di alcuni «reality», preferendo ritirarsi nelle Marche a gestire un agriturismo. In tempi normali questa sarebbe stata una notizia normale, ai confini del «chissenefrega». Ma questi non sono tempi normali. Questi sono tempi in cui (...) per gli addetti al «casting» non conta la persona ma il carattere, inteso come il segno particolare, possibilmente caricaturale, che si porta appresso.
A furia di alzare la dose, è scattata l’assuefazione e i fenomeni da baraccone sono diventati assolutamente banali. (...) Ma neppure una simile trovata avrebbe la forza innovativa di Chechi che rinuncia a un mucchietto di soldi e a venti copertine assicurate per scomparire in silenzio fra le colline di Ascoli Piceno a raccogliere olive.
Ci avevano insegnato che sui giornali bisogna raccontare l’uomo che morde il cane, ma oggi è il cane che morde l’uomo la vera notizia. Perché in un mondo di esibizionisti violenti e isterici che hanno reso rivoluzionario il buonsenso, essere normali sta diventando qualcosa di eccezionale.

lunedì 19 gennaio 2009

Scorretto


Sempre più ideologiche, allarmistiche e apologetiche
le prese di posizione di Sandro Magister:

"Il cardinale Renato Martino tira una molotov tra i piedi del papa
La boutade del cardinale Renato Martino su Gaza equiparata “a un grande campo di concentramento” sotto comando israeliano ha reso un pessimo servizio a Benedetto XVI. Non solo in sé, ma anche per la tempistica. L’intervista di Martino a “ilSussidiario.net” – giornale on line dell’area di Comunione e Liberazione – è andata in rete, infatti, il 7 gennaio, cioè proprio alla vigilia dell’incontro che il papa tiene ogni inizio d’anno con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il risultato è che le parole di Martino hanno rumorosamente soverchiato quelle del papa. Non solo. Hanno convalidato l’idea che, sotto sotto, il vero pensiero del Vaticano non è quello misurato della diplomazia ufficiale, ma quello più brutale “candidamente” formulato dal cardinale (segue)".

Caparezza - Vieni a ballare in Puglia

Insuperabile modalità per parlare di una situazione drammatica. E poetica l'espressione "Viene a ballare" per dire "andare a morire".

Il nome della pace

"Vedete, in parte è qui la cultura della non-violenza, con tutte le esigenze radicali che ci sono dentro. A chi ti chiede la tunica, dagli anche il mantello. A chi ti percuote sulla destra, volgi la sinistra e a chi ti obbliga a fare un miglio, tu fanne due con lui. Rimetti la spada nel fodero. Quelle espressioni del Vangelo hanno disarmato per sempre tutti i soldati della terra. Oggi, purtroppo, non c'è audacia propositiva, forse anche nei nostri gruppi cristiani. Abbiamo paura che ci dicano che andiamo avanti soltanto con i sentimenti, perché abbiamo offeso il senso comune; siamo degli equilibristi straordinari, siamo i professori del buon senso e quindi stiamo stemperando il Vangelo. Ma il Vangelo che cos'ha da spartire con il buonsenso? Siamo propositori di buon senso. E la novità cristiana? Si è spuntata, perché abbiamo omologato tutte le nostre spinte cristiane in un’etica di equilibrio".

mons. Tonino Bello

(fai il download dell'intero intervento - formato .pdf)

domenica 18 gennaio 2009

"Single" salato

Indagine Coldiretti sui dati Istat: costi maggiori del 60% rispetto alle famiglie tradizionali
Scarse le confezioni "per uno", e molti alimenti finiscono nella spazzatura
Spese alte e sprechi record per i single il cibo è "salato"
Chi vive solo spende di più per mangiare, ma spreca anche di più. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base di dati Istat, relativi ai consumi delle famiglie. La spesa media per alimentari e bevande di un single è di 300 euro al mese, superiore di oltre il 60% rispetto ai 186 euro al mese destinati alla tavola da ogni singolo componente di una famiglia-tipo italiana, formata da in media da 2,5 persone.
Sono circa 6 milioni, secondo l'Istat, le "famiglie" italiane con un singolo componente, oltre un quarto del totale, e negli ultimi anni si registra una tendenza all'aumento con tassi superiori al 5%. I motivi della maggiore incidenza della spesa sono da ricercare nella necessità, per chi vive solo, di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque, anche quando sono disponibili, costano molto di più rispetto a quelli tradizionali.
Ad incidere sulla spesa mensile dei single sono nell'ordine, precisa la Coldiretti, la carne (62 euro), l'ortofrutta (59 euro), pane, pasta e derivati dai cereali (49 euro), latte, yogurt e formaggi (41 euro), bevande (28 euro), pesce (25 euro), zucchero, caffè (23 euro) e, per ultimi, olii e grassi (13 euro).
"A incrementare la spesa alimentare - continua la Coldiretti - è quindi anche l'elevata presenza di sprechi perché è facile dimenticare in fondo al frigorifero la confezione di latte aperto, la mozzarella, la busta di insalata aperta, i tortelloni iniziati. Tutto inesorabilmente destinato a finire nella pattumiera".
Ma i single - aggiunge la Coldiretti - sono anche un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro, e soprattutto dello svago, che privilegia il consumo di piatti pronti a più elevato valore aggiunto che incidono maggiormente sulla busta della spesa. Una scelta che aumenta notevolmente la spesa, visto che i cibi pronti per il consumo possono costare anche cinque volte il prezzo delle materie prime impiegate.
Nonostante la crisi economica e il rialzo dei prezzi, anche per effetto dell'aumento dei single, i preparati e i piatti pronti hanno fatto registrare un aumento delle vendite in volume del 9,5% in Italia nei primi sei mesi del 2008 (dati Ref-Iri Infoscan). In testa, i primi piatti pronti (+16%) e i sughi pronti (datiRef per Ancc-coop). "In Italia - conclude la Coldiretti - si è progressivamente ridotto il tempo dedicato alla preparazione dei pasti che è di appena 34,9 minuti per quello di mezzogiorno, il 4,7% in meno rispetto all'anno precedente, e di 33,1 minuti per la cena (-2,7%)".

Ama il prossimo

Non va bene la sala della parrocchia vicina
di mons. Mario Delpini
Avvenire - Milano 7 - 23.11.08
Il prete ha raccolto subito consensi. «La Chiesa esiste per la missione, cioè per andare dappertutto. È vero o no?». «È vero - risponde in coro il gruppo - basta leggere il Vangelo». E ancora: «I cristiani, anche se dispersi in tutto il mondo, sono un cuor solo e un’anima sola. Non vi pare bello?». «È molto bello, e noi siamo tutti fratelli!», risponde quella che è stata a Sydney. «Se siamo uniti, tutto riesce meglio: la festa, il campeggio, la veglia sotto le stelle», insiste il prete, sorpreso di come sia facile annunciare il Vangelo (e quello che ne segue). «In tanti è bello. Insieme è più facile anche fare le cose difficili!», approva convinto il filosofo del gruppo. «Quindi gli incontri di catechesi saranno insieme con quelli della parrocchia vicina. Ci troviamo là venerdì prossimo alle 6: loro hanno una sala più grande», conclude logicamente il prete. «Ah, no, io di là non vengo!»; «che cos’ha la nostra sala che non si possa fare qui l’incontro?»; «con quelli là abbiamo sempre litigato, figurati se adesso facciamo di là gli incontri»; «e se c’è la nebbia?». Il prete cominciò a pensare che predicare il Vangelo (e quello che ne segue) non è poi tanto facile.