la "terapia" è un po' deboluccia.
don Chisciotte
Strade addobbate e atmosfera di festa. Ed è subito Natale. Ma non per tutti è un momento di gioia, anzi per molti l’attesa festività è accompagnata da una vena di malinconia e tristezza. La depressione natalizia esiste ed è fatta di un senso di vuoto, di pessimismo e causa disturbi dell’umore che coincidono con quelli tipici della depressione clinica.
“Ogni momento di pausa dal lavoro e dalla quotidianità conduce a un momento di riflessione – spiega Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta docente all'Università di Pavia e scrittrice –. E così, tutte le aspettative deluse, tutte le ansie e lo stress che si accumula durante l'anno trovano spazio nei nostri pensieri proprio durante le feste”.
Le cause e i sintomi della depressione natalizia. La fine dell'anno è il periodo ideale per fare un bilancio. “Proprio in quel momento – continua la Vegetti Finzi -, in una situazione di stasi, viene fuori la nostra vera essenza. Abbiamo sempre un desiderio non realizzato o un dolore legato a un'assenza dolorosa, a un amore che manca, alla morte di un coniuge o di un parente, alla separazione dei genitori. Insomma riemergono tutte quelle situazioni che la fatica e lo stress tendono a esasperare”. E la tristezza che si prova tende a confliggere con l'atmosfera di felicità tipica del Natale che, però, la persona depressa non percepisce. La conseguenza infatti, secondo la psicanalista, è il senso di colpa che non fa che aumentare la malinconia e l'inadeguatezza rispetto agli altri, tanto che si ha perfino difficoltà a stare con la famiglia. “Inoltre la depressione ha conseguenze sull'organismo: mal di testa, disturbi del sonno (o si dorme troppo o pochissimo), difficoltà di concentrazione, agitazione e ansia. Ma anche diminuzione dell'interesse in attività che normalmente portano piacere come: cibo, sesso, lavoro, amici, hobby e divertimenti”.
I soggetti più colpiti. Le persone che soffrono di più lo sbalzo di umore sono gli adolescenti e gli anziani. “Nel caso di un giovane – continua l'esperta – bisogna tener presente che sta vivendo la stagione dei grandi cambiamenti. La tristezza per un rifiuto amoroso o per la separazione dei genitori porta alla mente la stagione della vita in cui il Natale era il momento più atteso, quello in cui non bisognava altro che aspettare i doni”. Anche i nonni soffrono la depressione natalizia. In pochi giorni trovano di nuovo la casa piena di nipoti, di parenti e nel giro di due settimane tutto ritorna com'era. “Un'attenzione particolare la meritano proprio gli anziani – aggiunge la Vegetti Finzi, autrice del volume Nuovi nonni per nuovi nipoti – bisogna cercare di accudirli, di ringraziarli, di farli sentire amati e utili. Specie quando sono soli a causa della morte del coniuge”. Come sopravvivere alla malinconia natalizia. Minimizzare la situazione e le aspettative, valorizzando al massimo la propria situazione. Bisogna difendersi accentuando il razionalismo ma anche condividendo ciò che viviamo con gli altri. “Capire che in fondo la propria situazione è comune anche ad amici e parenti – conclude la Vegetti Finzi – può aiutarci a stare meglio. Non solo, anche dare amore risolleva l'umore. Soltanto amando si riceve amore, anche quando lo vorremmo da chi invece non ci soddisfa”. E così un abbraccio a un nonno, una carezza a un amico, una serata vissuta a ridere e scherzare facendo stare bene gli altri può restituirci la gioia e rende tutti pronti a vivere meglio l'arrivo del nuovo anno. Proprio per questo non è detto che la depressione natalizia sia un male. “Perché superare un momento di tristezza con le proprie forze, può dare quella positività che serve a farci iniziare l'anno che viene al meglio”.
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