lunedì 20 aprile 2009

Ennesime parole senza seguito

Il coraggio di punire davvero
I cori razzisti a Balotelli una vergogna nazionale.
Occorre cambiare le regole al più presto e dare più armi agli arbitri, inasprire le sanzioni economiche e sportive
di Gianni Mura
Tutto nel segno di Balotelli. Anche grazie a un suo gol si chiude il discorso al vertice del campionato, ma il tifo razzista contro di lui a Torino apre un nuovo capitolo. "Se fossi stato allo stadio avrei ritirato la squadra" ha detto Moratti. Nel pomeriggio di ieri le scuse di Cobolli Gigli. E intanto il calcio italiano si scopre brutto in campo, ottuso e violento intorno al campo, lontano dall'Europa. Non è una bella fotografia, ma fotografa la realtà. E sottovalutarla, far finta di nulla non conviene a nessuno. Altre considerazioni.
1. Peccato che Moratti non fosse a Torino e quindi non potesse ritirare la squadra. Un segnale forte sarebbe servito. Così, si prende atto che l'arbitro, in sintonia col delegato all'ordine pubblico, può sospendere la partita per uno striscione razzista non rimosso, ma per cori razzisti no. Per un bengala , un petardo sì. Per cori razzisti no. L'arbitro può segnalare i cori nel suo referto. In genere scatta una multa (cifre ridicole, poco più d'un buffetto sulla guancia).
2. Il razzismo negli stadi non è un male solo nostro, è diffuso in Europa, e per l'Uefa e per Platini che la dirige questa è una battaglia da vincere. Occorre cambiare le regole al più presto e dare più armi agli arbitri (che palesano spesso improvvise sordità). Occorre inasprire le sanzioni, da quelle economiche (che si possono destinare a campagne d'educazione) a quelle sportive. Inasprire significa non aver paura di stangare: in caso di recidiva, passare dalla chiusura dello stadio alla partita persa alla penalizzazione in punti all'esclusione dalle coppe europee. (...)

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