Questo versetto alleluiatico, che abbiamo cantato nell’odierna liturgia, riassume bene una caratteristica fondamentale del Vangelo di Luca, di cui oggi celebriamo la festa: la presentazione di Gesù come colui che è “consacrato con l’unzione” (Is 61, 1) “per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc 4, 18-19). È un messaggio di gioia. La gioia di chi recupera la libertà dalla prigionia o dall’oppressione. Di chi recupera la vista, di chi torna a vedere la luce della verità. Cristo è mandato per annunciare agli uomini che la verità può essere conosciuta e che la libertà può essere raggiunta. L’evangelista Luca, sulle orme di Cristo, è stato un grande annunciatore di questo messaggio. E noi pure siamo da Cristo chiamati, siamo da lui mandati ad annunciare questo messaggio. Ci invita a ricordare ciò anche l’odierna vigilia della Giornata missionaria mondiale.
2. Nel Vangelo appena letto Luca (10, 1-20) ci presenta alcuni dei principali insegnamenti di Cristo ai discepoli circa i loro compiti missionari. Gesù non nasconde loro le difficoltà: “Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”; eppure li orna di una grande potenza spirituale: “Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare”. Qui vediamo inculcate le doti dell’apostolo, del missionario, dell’evangelizzatore. Da una parte lo spirito di sacrificio, l’apertura al dialogo, la misericordia; dall’altra la saldezza delle proprie convinzioni di fede, la potenza della grazia che opera in loro e che li rende strumenti dell’azione divina nel mondo per la salvezza degli uomini. Dio ama scegliere i poveri per evangelizzare i poveri. Ama scegliere degli “agnelli”, cioè persone inappariscenti e umili. Ama scegliere dei poveri strumenti, per mostrare che è lui l’Agente principale della salvezza. Ma l’evangelizzatore deve anche “essere agnello”, nel senso che deve essere umile e docile nelle mani di Dio. Solo uno strumento docile, infatti, è uno strumento utile.
3. “Curate i malati e dite loro: è vicino a voi il regno di Dio”. L’impegno di annuncio del Vangelo è connesso, con profondi legami, alla promozione integrale dell’uomo. Non c’è dubbio infatti che il regno del Signore, annunciato e proclamato presente, si rende visibile proprio attraverso segni concreti di carità fraterna, di servizio, di pratica della giustizia. È questo lo stile di Gesù e dei suoi discepoli. È uno stile che rende credibile il messaggio e - nello stesso tempo - introduce alle esigenze più alte del Vangelo partendo dai compiti più urgenti della giustizia e della solidarietà umana. Sta qui il motivo per il quale Gesù inviò i discepoli “a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”: l’azione di solidarietà umana dei discepoli doveva preparare gli animi ad accogliere la presenza del Figlio di Dio incarnato e del suo messaggio d’amore divino ben superiore alle esigenze e alle possibilità dell’uomo.
4. L’annuncio ufficiale del mistero di Cristo è affidato da Cristo stesso, come sappiamo, al sacerdote. Tuttavia il compito di “precedere” questo annuncio e di collaborare, coinvolge tutti i laici cristiani, e ciò proprio in forza del fatto che essi sono chiamati - come dice il Concilio - a farsi animatori e promotori delle realtà temporali, ordinandole secondo Dio e le indicazioni del Vangelo. Così facendo, i laici “preparano le vie del Signore” (Mt 3, 3), e nel loro stesso impegno per la giustizia e la pace sulla terra, implicitamente annunciano, mediante la loro testimonianza, il mistero del Signore Gesù che “viene”, e l’imminenza del regno dei cieli. In questo lavoro di animazione e di trasformazione evangelica della società e della storia, i laici cristiani possono e devono dare un contributo decisivo e insostituibile al superamento delle difficoltà e delle preoccupazioni dell’ora presente, relative a questa nostra civiltà, che spesso tende a chiudere il cuore dell’uomo alla trascendenza, al senso di Dio, ai grandi valori evangelici della giustizia e della misericordia.
5. La festa e il ricordo di san Luca Evangelista, che oggi celebriamo, costituisce un pressante invito a far nostra l’ansia missionaria di tutti coloro che hanno permesso alla parola di Cristo di risonare nel mondo e di riempire il cuore dell’uomo di luce e di consolazione. Cristo infatti è la risposta adeguata e vera agli interrogativi e alle aspirazioni più profondi del cuore dell’uomo. Cristo dona all’uomo molto più di quanto l’uomo possa sperare e desiderare. Egli solo rivela a noi il vero volto di Dio e dell’uomo. Egli che ha vinto il peccato e la morte è la nostra speranza e la nostra salvezza. Egli è la via, la verità e la vita. Per questo, non possiamo rimanere indifferenti al pensiero che uomini, donne, giovani, nel mondo, ma anche nei confini della propria Chiesa locale, non hanno la gioia di fare esperienza di Gesù Cristo, redentore e amico dell’uomo. Tale pensiero, anzi tale inquietudine, deve risvegliare in noi le migliori energie per individuare e promuovere con generosità e creatività, dovunque sia possibile, occasioni, luoghi, iniziative per annunciare a tutti la buona notizia del Vangelo. È indispensabile, oggi più che mai, attingere a piene mani dal Vangelo, attraverso una preghiera assidua, calma, meditata, per lasciarci rimettere in discussione dalla Parola e comprendere sempre meglio e più profondamente il progetto che Dio ha sulla comunità ecclesiale di Fiesole e su ciascuno di voi.
Nessun commento:
Posta un commento