sabato 12 gennaio 2008

Fede e amore

"Sia l'amore che la fede non possono mai dare una spiegazione razionale del loro amore; essi possono soltanto dire: «Questo è il mio diletto» (Cantico dei Can­tici 5,16).
Ma forse è proprio bene che sia così; poiché se l'innamorato, o il credente, potesse fornirci una «ragione» per cui vuol bene al suo amore, come la sua grande «bellezza» o «fascino» o «ricchezza», allora è evidente che l'innamorato non ame­rebbe veramente il suo «amore», ma il desiderio reale del suo cuore sarebbe la bellezza o il fascino o la ricchezza o qualunque possa essere la «ragio­ne» per cui ama il supposto oggetto del suo amo­re. Per questo è impossibile che uno abbia questo tipo di ulteriore motivazione e resti un uomo che ama veramente, sia sul piano divino che su quello umano; per questo la fede cristiana è, alla fine, per un verso «dogmatica», per l'altro «confessiona­le». «Gesù Cristo è il Figlio di Dio perché lo è», dice la dogmatica; o, se tu devi fornire una ragio­ne, «Gesù Cristo è il Figlio di Dio perché Egli ha rivelato direttamente al mio cuore di essere tale», dice la confessione cristiana. Precisamente questa cecità di fede, o di amore, dà sempre al cristiano un certo aspetto comico:



Robert L. Short, Il vangelo secondo Charlie Brown, 162

Superbambino


Circondato da baby sitter e pediatri è il figlio spesso unico di coppie quarantenni. Protetto dai pericoli, corre un solo rischio: non sapere affrontare il futuro
Vita da superbambino: l'ossessione del figlio perfetto
di Concita De Gregorio

DICIASSETTE LUGLIO 2007, servizio nel tg delle otto di sera: la pasta corta ha superato nei consumi la pasta lunga. Gli italiani mangiano più maccheroni e meno spaghetti, i produttori si sono già adeguati: triplicati i fusilli. Motivo? I bimbi mangiano meglio la pasta corta, non sanno arrotolare le fettuccine. I genitori, docili, eseguono. Intervista ad un esperto. Un cuoco? Un critico gastronomico? Niente affatto: un gastroenterologo. Il medico compare sullo schermo in camice, dice che in effetti la digestione della pasta corta è più rapida. Stressa meno lo stomaco. Pazienza per le trenette al pesto, fine del servizio. Le esigenze del bambino e i consigli della scienza contro il piacere della carbonara: uno a zero, non c'è rivincita. Il bambino perfetto ha monitorati anche i tempi di digestione. Brevi, perché alle tre comincia l'attività del pomeriggio e non può essere appesantito. Canoa, pentathlon, cinese, violino. Mangia biologico, di preferenza. Non si ammala e se gli capita guarisce subito. E' vaccinato 13 volte nella vita, è sottoposto a cicli di antibiotici almeno quattro volte all'anno. E' sospettato di patologia ad ogni scarto dalla rotta prevista. Tre bambini vivaci su dieci sono sottoposti a test del deficit di attenzione, se faticano ad addormentarsi a luce spenta hanno probabilmente un disturbo del sonno. I distratti e i pigri non esistono più: solo principi di dislessia e specialisti pagati all'uopo per curarli. I bambini perfetti imparano una lingua prima del compimento del terzo anno di età perché è ormai di conoscenza comune che i neuroni preposti al linguaggio si attivano entro quella data. Vanno dal dentista all'indomani della caduta dei denti di latte, subiscono interventi di correzione del palato 150 volte più di dieci anni fa. A dodici anni eliminano le orecchie a sventola, un semplice intervento di otoplastica. A quattordici sono a dieta, a diciotto 25 ragazze su cento desiderano modificare (diminuire, assai più spesso aumentare) il seno: dieci lo fanno. Nella fascia d'età elementare le attività sportive che insidiano il calcio e la danza, per tradizione italica e sessista i più adatti a sviluppare scatto atletico nei maschi e grazia nelle femmine, avanzano le nuove discipline: rugby, scherma, golf, canoa (dove c'è acqua, ovviamente, e anche d'inverno). Pentathlon, caldamente consigliato dai pediatri per la completezza e autentico inferno dei genitori: occorrono attrezzature complete da equitazione, fioretto e spada, nuoto oltreché pomeriggi interi a disposizione per l'accompagnamento. La domenica le gare. I tornei in trasferta.
I bambini perfetti sono venuti al mondo con l'anestesia (epidurale, da vent'anni procedura di massa) e vivono anestetizzati dal dolore, preservati dai rischi, controllati a vista, accompagnati ovunque. Da baby sitter, in genere. Le madri lavorano. Sono figli del progresso della scienza e molto spesso di madri vicine ai 40; 35-45 per l'esattezza: destinati, altrettanto spesso, a restare figli unici. La "dittatura del figlio", quella di cui ormai si occupano anche le poste del cuore per via del fatto che ha soppiantato una qualsiasi anche blanda forma di intimità coniugale e di vita sociale, ne è la conseguenza diretta: dormono nel letto dei genitori, dettano la dieta e i tempi di vita, le amicizie. La maggior parte di frequentazioni fra adulti è conseguenza delle amicizie dei figli: compagni di scuola o di sport. Magari i genitori si sarebbe scelti comunque, forse no.
Roberto Volpi, demografo dell'infanzia e autore di I bambini inventati (sottotitolo: "la drammatizzazione della condizione infantile oggi in Italia") sta ora lavorando a un testo sulla tirannia della medicina sull'infanzia: L'amara medicina. Fa notare come alla sovrabbondanza di stimoli 'culturali' dei piccoli cresciuti come baby-manager non consegua un miglior rendimento scolastico dei medesimi: i nostri risultati nei test europei sono tra i peggiori. Crede che l'ansia da prestazione inculcata dai padri corrisponda più ad un'esigenza di gratificazione (o di compensazione delle frustrazioni) degli adulti che non ad una risorsa dei piccoli, che finiscono per somigliare a robottini identici e sostanzialmente incapaci di affrontare le vere difficoltà.
"E' chiaro che il figlio unico di genitori quarantenni è il destinatario di tutte le aspettative: o lui o nessun altro". Dice: "Non c'è più nessuna capacità di accettare l'idea di rischio. Dalla gravidanza in poi la nascita di un figlio è una questione affidata agli specialisti. Ecografie, diagnosi prenatali sofisticate che scongiurano la possibilità di anomalie e difetti. Parti pilotati e anestetizzati. Infanzie concepite come slalom tra timori da scongiurare: vaccini, profilassi, tutori. Per tutto si chiede il parere della scienza: dai giochi sicuri ai lettini anatomici. Tuttavia non ci sono studi che certifichino, per esempio, che le vaccinazioni antinfluenzali facciano diminuire il rischio di morte per influenza che negli anziani è rimasto identico, 5 per cento, prima e dopo le campagne di prevenzione. L'Unicef dice che l'Italia è al quarto posto tra i paesi per tasso di mortalità infantile dovuta a cause non naturali, prima fra i grandi paesi e molto avanti a Giappone e Stati Uniti: negli ultimi trent'anni le morti di bambini per cause violente si sono ridotte del 75 per cento ma la percezione è opposta. Di un pericolo in costante aumento".
Nelle catene di negozi per bambini interi reparti sono dedicati alla sicurezza: angoli di gomma per i tavoli e reggisportelli, cancelletti per le scale e cuscini antisoffocamento. La notizia di premi Nobel cresciuti orfani e fra gli stenti del vagabondaggio non inficia le vendite. I prodotti per sterilizzare gli alimenti sono il top di gamma. Le nonne dicevano che mangiare un po' di terra faceva bene agli anticorpi, roba dell'altro mondo nell'era Napisan. Vincenzo Calia, pediatra e direttore della rivista Un pediatra per amico: "L'Italia ha il più elevato numero di pediatri per abitante del mondo. Tuttavia il tasso di ospedalizzazione è doppio che in Inghilterra pur essendo le condizioni di salute le stesse. La medicalizzazione dell'infanzia è capillare. Il sabato e la domenica i pronto soccorso sono gironi infernali: la gente ci va per qualunque motivo e nessuno li scoraggia. Quando si decise di introdurre un ticket sui codici bianchi, quelli delle persone che non hanno niente, per demagogia e per interesse si stabilì che i bambini fossero tutti come minimo codice verde: è rimborsato, il bianco no. Inoltre è chiaro che l'eccesso di medici provoca un'offerta distorta: commercio di malattie. Si enfatizza una patologia per vendere la sua cura. Il fatto che i bimbi siano pochi e dunque pregiatissimi è il terreno ideale per coltivare l'ansia".
La vera ragione per cui un bimbo su tre finisce di notte al pronto soccorso (ci sono folle la notte, a Roma, al Bambino Gesù) è per traumi causati non dalla mancanza di salvasportello ma dal fatto che i piccini si sono lanciati da un armadio (da un letto, da un divano) e fratturati o contusi pensando di essere come Batman. Pensavano di poter volare, ecco. I cartoni, la tv: il tema è sconfinato ma la questione del modello è chiara. Il regalo più grande sarebbe spiegargli fin da piccoli non solo che volare è impossibile, ma che persino camminare è piuttosto difficile: si cade, spesso. Spesso cadere è utile. Farsi male serve. Sentire dolore aiuta: per esempio a sentire meglio il piacere.
Da adolescenti, poi, gli ex bambini perfetti vengono portati in massa da neuropsichiatri dell'età evolutiva: in prevalenza per sanare lo scarto tra il peso delle attese e le loro effettive possibilità. Ferita del sé grandioso, si chiama. Se alimenti un senso del sé grandioso prima o poi si sfracella. Nell'uso di droghe, per dire: un modo per dimenticare il fallimento del progetto. L'alternativa è restare da mamma fino a trent'anni: nemmeno questa un'idea particolarmente felice. Scrive la madre (separata) di un figlio preadolescente: "Ci siamo iscritti entrambi a un corso per imparare ad accettare le sconfitte. E' un'iniziativa del nostro comune, si chiama "Gli ultimi saranno i primi. Bella, sa?". Ecco, un bel corso a pagamento magari Vangeli alla mano. I figli perfetti a scuola di imperfezione, fra un corso di cinese il lunedì e uno di tai-chi il giovedì. A lezione per arrivare ultimi e insieme campetti da allenamento sportivo a porte chiuse, se possibile. Moltissimi club già lo fanno, visto che i genitori, dalle tribune, urlano "ammazzalo". Poi telefonano agli allenatori - non solo Previti - per far giocare i figli titolari. I coach, esausti, chiudono i cancelli alle famiglie. Meazza del resto era orfano.
(11 gennaio 2008)

venerdì 11 gennaio 2008

Saggezza


"Lungo il cammino verso la saggezza, il primo passo è il silenzio;
il secondo, ascoltare;
il terzo, ricordare;
il quarto, praticare;
il quinto, insegnare agli altri".

Così si esprimeva nel secolo XI
Salomon ben Jehudah ibn Gabirol,
noto presso i latini col nome di Avicebron.

Comunità e autorità


Vale per le comunità dei consacrati, vale per le Parrocchie, le Diocesi, la Chiesa universale.


"La vita consacrata, la comprensione dell'autorità e dell'obbedienza, tramite il carisma del fondatore, trasmettono la teologia di un'epoca. Quale teologia trasmettiamo o incarniamo oggi nell'idea che ci facciamo dell'autorità e del governo di una comunità?".

Michelina Tenace, Custodi della sapienza. Il servizio dei superiori, Lipa, 64.

Lacrime e emozioni


LA CLINTON E TUTTI GLI ALTRI

Hillary e l'effetto lacrime in politica
Nel XXI secolo gli occhi lucidi sembrano essere diventati l'elemento fondante della nuova comunicazione politica

Piangere o non piangere: dopo la rimonta bagnata di lacrime di Hillary Clinton, è la questione più affascinante per gli uomini e le donne di potere anni Duemila. Che in questo momento, dagli Stati Uniti all'India all'Italia, si stanno interrogando se hanno pianto abbastanza nella loro vita pubblica e politica. Sì, perché quello che era stato bandito come un vizio da femminucce per tutto il Novecento, e che era stato poi sdoganato timidamente da qualche politico più fricchettone solo negli anni Novanta, sembra diventato elemento fondante della nuova comunicazione politica molto spettacolare del nostro tempo, in cui il leader deve mettere in gioco tutto se stesso, la sua immagine, il suo corpo, i sentimenti.
Attenzione, però, non si tratta della lagna mediatica, di avere il pianto in tasca pronto per ogni occasione: la questione del potere delle lacrime è molto più sofisticata e funziona a certe condizioni, come ha dimostrato Hillary Clinton che con le sue lacrime una tantum, ma umane, molto umane, ha ribaltato di colpo l'immagine di politica superefficiente ma fredda come una lama d'acciaio, gettando nello sconforto l'intero staff dello sfidante Obama, convinto che era molto più facile prima, quando si trattava di andare contro un robot e non contro una donna che — sul serio o per artificio — gioca fino in fondo e con voce rotta la carta del momento di verità. E ringiovanisce di colpo la sua immagine fino a diventare, quasi, anche lei, fresca come un outsider.
[prosegue - clicca sul link]
Maria Luisa Agnese - 11 gennaio 2008

giovedì 10 gennaio 2008

Consolazioni 2


Lo stesso tema nel portale d'ingresso di Notre-Dame de Paris.

Ammiriamo la dolce maestà dell'Arcangelo, rispetto all'inutile sforzo del nerboruto demonio.

Consolazioni


Dal timpano all'ingresso della Cattedrale di San Lazzaro a Autun.

La pesa delle anime, al momento del Giudizio Finale. La bilancia pesa irrimediabilmente dalla parte dell'arcangelo Gabriele, malgrado gli sforzi indescrivibili di un grande diavolo scheletrico che vorrebbe far pendere il piatto dalla sua parte.

Bambini di passaggio


I bambini sono gente di viaggio, anime di grandi spostamenti. Quando vengono a questo mondo, non hanno né vestiti, né pa­role, né denaro, non posseggono nessun altro bene che il bisogno, la fame, le lacrime e il sorriso. Le persone che li accolgono, che danno loro asilo per venti, trent'anni, per tutta la vita, le persone che dicono al bambino: entra, fa' come se fossi a casa tua, posa il tuo sorriso in un angolo, ci terrà compagnia, già ci rischiara un po', queste persone, albergatrici dell'infanzia, noi li chiamiamo genitori. I bambini rimangono dove la porta si apre. Giocano fuori nel cortile, rientrano alla sera, abitano là per anni e per anni, con la loro anima inafferrabile, è come se fos­sero sempre di passaggio. I bambini sono degli stra­nieri che vivono presso i genitori.

Christian Bobin, Consumazione. Un temporale, Servitium, 59-60.

lunedì 7 gennaio 2008

Fondente che passione!


Perché il Cioccolato Fondente XXX piace? Perché è cioccolato fondente prodotto con massa di cacao (fave di caccio tosiate, ridotte in pasta median­te un procedimento meccanico e non private di una qualsiasi parte o sostanza), prestando grande rispetto alla naturalità dei suoi virginei sapori.
La massa di cacao, presente in XXX Fondente per ben l'80%, contiene sostanze fondamentali per la salute: teobromina, serotonina, metilxantine, anandamide, feniletilamina, caffeina, tiramina, vitamine, oligo­minerali.
Recenti studi scientifici hanno messo in evidenza il positivo ruolo, sul fronte della prevenzione per la salute, svolto dal cioccolato fondente ad alto contenuto di cacao. Dopo il suo consumo, infatti, è stata osservata una significativa presenza di effetti protettivi sull'apparato cardiovascolare. In sostanza, il cioccolato fondente ad alto contenuto dì cacao si propone come alimento potenzialmente in grado di esercitare benefici salutistici attraverso una serie di meccanismi che riducono i rischi da stress ossidativo e favoriscono il miglioramento delle funzionalità vascolari. I nuovi stili di vita ed i ritmi sempre più frenetici sono ai primi posti fra le cause dell'aumento dei radicali liberi; diventa utile l'apporto di agenti antiossidanti in grado di disattivarli o stabilizzarli.
Il Cioccolato Fondente XXX è ricco di antiossidanti, in particolare di composti fenolici, sostanze presenti nel mondo vegetale. Le sostanze antiossidanti contrastano i radicali liberi, cioè quei composti chimici coinvolti nel processo di invecchiamento dell'organismo e nello sviluppo di patologie cro­niche e degene­rative.
A chi, poi, vuole entrare nel cuore più profondo del piacere e provare nuove sensazioni di benessere si consiglia di degustare XXX Fondente con vini strutturati, preferibilmente rossi, morbidi, con ricco bouquet e di alta gradazione alcolica, oppure di abbinarlo con grappe e distillati,
In questi casi un suggerimento va dato. Fare sciogliere completamente in bocca XXX Fondente prima di bere: uniche e straordinarie sono le sensazioni gustative che fa provare, mentre persiste, a lungo, il piacevole ricordo della sua degustazione.

Una cosa sola


Cenni della vita del vescovo Francesco Saverio Van Thuan, morto nel 2002, in alcune frasi autobiogra­fiche pronunciate durante gli Esercizi Spirituali che tenne al papa Giovanni Paolo II nel 2000. Esercizi che parla­vano della speranza e della testimonianza di questo vescovo che venne arrestato a Saigon nel 1975 e che passò tredici anni in prigione prima di esse­re liberato.

"Oggi, al momento della chiusura degli Esercizi Spirituali sono profondamente commosso.
Esattamente ventiquattro anni fa, il 18 marzo 1976, vigilia della festa di San Giuseppe, fui prelevato dalla resi­denza coatta a Cay-vong per essere sottoposto a duro isolamento nella prigione di Phu-Khanh.
Ventiquattro anni fa non avrei mai immaginato che un giorno, proprio in quella data avrei concluso la predicazione degli Esercizi in Vaticano. Ventiquattro anni fa celebravo la S. Messa con tre gocce di vino nel palmo della mano, non mi sarei mai aspet­tato che il Santo Padre oggi mi offrisse un calice dorato. Ventiquattro anni fa non avrei mai pensato che oggi, festa di San Giuseppe del Duemila, il mio successore consacrasse proprio nel posto in cui sono vissuto in resi­denza coatta la più bella chiesa dedicata a San Giuseppe in Vietnam".
Abbiamo celebrato la nascita di Gesù: una sola è la cosa necessaria: scegliamo quella, soprattutto mostriamo che questa scelta è sincera e coerente.
Un gior­no mentre stavo preparando il pranzo, sentii squillare il telefono delle mie guardie: "Forse questa telefonata è per me! E ' vero: oggi è il 21 novembre Festa della presentazione di Maria al tempio". Poco dopo una delle guardie viene da me e mi dice: "Dopo pranzo si vesta bene. Andrà a vedere il capo". In quel pomeriggio ho incontrato il Ministro degli Interni. "Lei ha un desiderio da esprimere?". "Sì, Signor Ministro, voglio la libertà". "Quando?". "Oggi". Il Ministro mi guardò sor­preso; gli spiego: "Sono stato troppo a lungo in prigione. Sotto tre pontefi­ci: Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II. E inoltre sono passati quattro segretari del partito comu­nista sovietico: Breznev, Andropov, Cernenko, Gorbaciov".
E voltandosi verso il suo segre­tario, il Ministro disse: "Forse è bene esaudire il suo desiderio".

Convegno Diocesano Fidanzati


domenica 6 gennaio 2008

Sobrietà e coraggio


"Con Gesù Cristo la benedizione di Abramo si è estesa a tutti i popoli, alla Chiesa universale come nuovo Israele che accoglie nel suo seno l’intera umanità. Anche oggi, tuttavia, resta in molti sensi vero quanto diceva il profeta: "nebbia fitta avvolge le nazioni" e la nostra storia. Non si può dire infatti che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt’altro. I conflitti per la supremazia economica e l’accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale. C’è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti.
"Questa grande speranza può essere solo Dio … non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano" (n. 31): il Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme e nel Crocifisso-Risorto. Se c’è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà. Se manca la vera speranza, si cerca la felicità nell’ebbrezza, nel superfluo, negli eccessi, e si rovina se stessi e il mondo.
La moderazione non è allora solo una regola ascetica, ma anche una via di salvezza per l’umanità. È ormai evidente che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un’equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile.
Per questo c’è bisogno di uomini che nutrano una grande speranza e possiedano perciò molto coraggio. Il coraggio dei Magi, che intrapresero un lungo viaggio seguendo una stella, e che seppero inginocchiarsi davanti ad un Bambino e offrirgli i loro doni preziosi. Abbiamo tutti bisogno di questo coraggio, ancorato a una salda speranza. Ce lo ottenga Maria, accompagnandoci nel nostro pellegrinaggio terreno con la sua materna protezione. Amen!"

dall'Omelia di Benedetto XVI - 6 gennaio 2008