giovedì 25 ottobre 2007

Passato e futuro


"Noi cerche­remo in primo luogo di comprendere le forme tradizionali e i loro motivi partendo dal passato. Ma, nella consapevolezza che anche noi ci trovia­mo immersi in una storia come esseri che, tra­scendendo la temporalità vissuta, sia verso il pas­sato che verso il futuro, abbiamo dinanzi a noi un grande avvenire, ci mettiamo a demolire quelle strutture che non siamo più in grado di vivere. Non nel senso di procedere in una prima fase alla distruzione («demitizzazione») e, in una seconda fase, alla restaurazione; ma per rendere presente nell'adesso il futuro mediante una nuova inter­pretazione in base al passato. Non è possibile il movimento « distruttivo », se non si ha una visio­ne almeno implicita e una volontà di futurità; se questo non fosse il caso, allora si tratterebbe di semplice nichilismo: rivoluzionario, senza una nuova attrazione di valore, il che sarebbe l'an­nientamento di ogni vera rivoluzione. La verità si trova dinanzi a noi, nel futuro. Ma anche noi, a nostra volta, siamo uomini, che veniamo dal passato, da un passato che un giorno fu, per altri, un futuro e possiede perciò verità e valore at­tuabili".

Schillebeeckx E., Il celibato del ministero ecclesiastico, Roma, Paoline 1968, 10-11

1 commento:

Anonimo ha detto...

Don, sembra la trama complicata di ritorno al futuro... bisogna rileggerlo 3 volte prima di capirci qualcosa.... e dopo averci capito bisogna rileggerlo nuovamente 3 volte per ricordarsi cosa si era capito 5 min prima... hehehehh....(sarebbe gradita una mini spiegazione :-D)