venerdì 29 febbraio 2008

Pietanza scotta


"Grande Fratello una pietanza scotta
Ci sono molte cose che non vanno: dall'idea di avere una famiglia nella casa al cast non in sintonia con la conduttrice
La tv di qualità soffre di qualche pregiudizio nei confronti del Grande Fratello. L'altra sera, quando sul palco dell'Ariston è apparso un branco di pastori tedeschi, Chiambretti ha chiosato: «Tanti cani così non si erano visti neanche al Grande Fratello». Tempi duri per la tv generalista. Il Festival è in crisi. Il Grande Fratello è in crisi. I varietà chiudono. Eh, signora mia non ci sono più gli ascolti di una volta. Il Tramonto dell'Occidente stende la sua ombra anche sull'etere. Guai a cercarne le ragioni tecniche, si passa per sfiziosi (Canale 5, mercoledì, ore 21.19). Eppure nell'edizione di quest'anno del Grande Fratello ci sono molte cose che non vanno, a cominciare da quell'idea strampalata di far entrare nella casa una famiglia. E più in generale da un cast che non è in sintonia con la conduttrice. O viceversa, che è lo stesso.
Si capisce che gli autori, considerati gli inquilini prigionieri della casa, vorrebbero che Alessia Marcuzzi li «sfruculiasse » di più, li costringesse a confessare l'inconfessabile, tirasse fuori le storie che si tengono dentro. Ma questo non accade. Ecco allora l'invenzione della panchina lunga: Il Grande Fratello, giudice inappellabile, fa entrare e uscire chi vuole nella speranza di trovare la formazione giusta.
L'altra sera hanno fatto fuori Andrea e tutti gli ospiti si sono messi a frignare sulla «inutile crudeltà», ma intanto lo hanno fatto fuori. Perché nelle intenzioni degli autori non serviva più: via uno dentro l'altro, stravolgendo un po' le regole del gioco. Cercando di ravvivare con il pepe delle lacrime di coccodrillo una pietanza che appare molto scondita. Questo avviene perché oggi la tv generalista non è più fatta per essere conosciuta (e magari analizzata), ma vissuta: e spiarla, rovistarla, frugarla significa inevitabilmente avvilirla. Nell'avvilimento non c'è posto per l'incanto".

Aldo Grasso 29 febbraio 2008

Nessun commento: