giovedì 7 agosto 2008

Sport e pena


Rapporto 2008 dell'associazione 'Nessuno tocchi Caino'
Nel mondo salgono le esecuzioni capitali. L'85% in Cina, escalation in Iran e Arabia
Boia 'infaticabile' in Asia. In America pena di morte solo negli Stati Uniti e in Europa fa eccezione la Bielorussia
La Cina è il «primatista delle esecuzioni» nel mondo, che tuttavia negli ultimi mesi sarebbero diminuite probabilmente solo a causa delle prossime Olimpiadi di Pechino. È quanto emerge dal rapporto 2008 sulla pena di morte di 'Nessuno Tocchi Caino', che ricorda come sul podio dei primi tre paesi che nel 2007 hanno compiuto più esecuzioni ci sono Cina, Iran e Arabia Saudita (l'elenco). Nel Paese che ospiterà i giochi ci sono state nel 2007 almeno 5mila esecuzioni, circa l'85% del totale mondiale (6mila secondo la Fondazione Dui Hua, che ha comunque stimato una riduzione pari a un 25-30 per cento rispetto all'anno precedente). Il governo cinese si era infatti impegnato con il Comitato olimpico internazionale, al momento dell'assegnazione dei Giochi, a migliorare gli standard dei diritti umani. Nel Paese, comunque, la pena di morte continua ad essere considerata un segreto di Stato. (...)
Per quanto riguarda l'Iran, nel 2007 «almeno 355 persone sono state messe a morte, un terzo in più rispetto al 2006». Un Paese il cui ordinamento prevede anche «torture, amputazioni degli arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli, disumane, degradanti». L'Arabia Saudita ha invece il primato di esecuzioni capitali «in percentuale sulla popolazione», afferma il rapporto, ricordando le 166 esecuzioni del 2007, più che quadruplicate rispetto al 2006, e le 65 nei primi sei mesi del 2008. «La rigida interpretazione delle legge islamica fatta dall'Arabia Saudita», ricorda il rapporto, prescrive la pena di morte «per omicidio, stupro, rapina armata, traffico di droga, stregoneria, adulterio, sodomia, omosessualità, rapina su autostrada, sabotaggio, apostasia (rinuncia alla religione islamica)». (...)
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