L'esclamazione meravigliata di Adamo alla vista di Eva non è rivolta direttamente a lei, ma risulta indirizzata a Dio che gliel'ha condotta innanzi. Nell'incontro «volto a volto» con l'altro/a, l'uomo avverte la presenza di Dio, al quale, per la prima volta, rivolge la sua parola. Nel «faccia a faccia» con l'altro - si potrebbe dire mutuando le parole dal filosofo ebreo Emmanuel Lévinas - si intravvede il Volto di un Altro infinitamente maiuscolo, si scorge la «traccia dell'Infinito» .
La filigrana divina che traspare nell'incontro uomo-donna trova riscontro nel fatto che entrambi provengono dalle mani di Dio. Benché, infatti, la donna venga plasmata a partire da una costola tolta all'uomo, la sua creazione avviene al di fuori dell'uomo. Tra l'uomo e la donna non c'è derivazione diretta, ma diretta derivazione di ciascuno da Dio. Il riconoscimento della donna come carne della carne e ossa delle ossa dell'uomo è mediato dall'intervento di Dio. Già da qui s'intuisce che la possibilità di incontro tra l'uomo e la donna è dovuto a Dio: da Lui entrambi derivano, solo attraverso di Lui, l'uno e l'altra potranno trovare il segreto della loro unione.
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