Fermo restando che lo Spirito è sempre lo Spirito del Cristo, e che soffia nella Chiesa con l'unico scopo di compiere la sua opera e di conformare la Chiesa a lui, la sua presenza nella Chiesa dice però che essa è aperta alla novità data dal sempre imprevedibile incontro tra Cristo e le culture, gli spazi umani e i tempi nuovi. Che la Chiesa sia abitata dallo Spirito e viva del suo soffio significa anche questo: che essa non sa ciò che, nella fedeltà a se stessa, è capace di divenire; che essa non conosce in anticipo i molteplici modi in cui, rimanendo sempre se stessa, può prendere carne nella carne dell'umanità e della storia.
La relazione della Chiesa allo Spirito Santo, allo Spirito di Cristo, è dunque indice della sua umiltà perché dice che non soltanto la sua perenne origine, ma anche il suo presente e il suo futuro sono, per lei, in-disponibili. Proprio perché la Chiesa si riceve, essa accoglie come dono sempre inatteso, mai gestibile, mai manipolabile, anche la creatività con cui essa stessa potrà esistere nell'oggi e nel domani.
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