lunedì 28 luglio 2008

Desideri e pessimismo


"La domanda (di Gesù risorto ai suoi discepoli in Gv 21,5): «Non avete nulla da mangiare?» è un capolavoro di finezza. Gesù non li rimprovera. Avrebbe potuto umiliarli, prenderli in giro, oppure sgridarli perché si erano sbagliati sulla vocazione. Invece non fa niente di tutto questo e pone la domanda come un bisogno: «Avrei bisogno di qualche cosa per me». Gesù, con estrema delicatezza, fa emergere la nullità del loro lavoro, mettendosi però un po' dalla loro parte.
È così che Gesù fa con i nostri desideri, non con quelli che sono già di per sé condannabili, evidentemente negativi, ma con tutta quella massa di desideri, in parte buoni e in parte ambigui, che ci muovono, che riguardano la vita, il lavoro, la sistemazione, lo studio, il successo, le relazioni, le amicizie, il trovarsi bene nella comunità, nel gruppo, il fare un certo cammino nella vita.
Gesù non ci prende a pugni nello stomaco, ma ci prende per la mano: «Forse potresti aiutare anche me, con questa tua massa di desideri, potremo lavorare insieme». Gesù ci dà coraggio, stimola, provoca la tensione verso il bene.
«Gettate e troverete». È una parola sicura: fa capire che se accettiamo che entri anche lui nella nostra ottica e ce la trasformi, ci andrà bene anche umanamente. Gesù vuole che facciamo una pesca fruttuosa, ma vuole che la facciamo la­sciando che lui entri nella nostra ottica e la rettifichi.
Domandiamoci un po' cosa avrebbe fatto invece il diavolo se fosse apparso nella stessa mattina, nella penombra sulla spiaggia? Cosa avrebbe detto? Certamente li avrebbe rimproverati e derisi, perché l'azione del nemico di Dio è di spe­gnere i desideri, di accusarci, di smorzare tutto ciò che di buono c'è in noi. E ciò avviene quando lasciamo che questa voce negativa operi in noi. Abbiamo dentro di noi quello che la Bibbia chiama l'"accusatore" (Satana è il termine ebraico che traduciamo accusatore). E dobbiamo saperlo riconosce­re, perché è accanito contro di noi. Sempre ci fa vedere i no­stri lati negativi, i nostri sbagli e le nostre incapacità.
La parola di incoraggiamento di Gesù è invece piena di significato perché ripete il tono di altre parole del Vangelo: voi ricordate il «bussate e vi sarà aperto», «cercate e troverete», «chiedete e otterrete», «a chi bussa è aperto», «chi cerca trova». È la pazienza, la perseveranza che Gesù raccomanda: di non dare fiato né in noi, né nelle nostre comunità, né nel gruppo alle voci di disfattismo e di pessimismo, che sono voci del nemico".
Carlo Maria Martini, "E' il Signore!"

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