mercoledì 5 dicembre 2007
Ecco Martina!
"Oggi ancora si deve riconoscere come il figlio sia non solo una scelta, ma prima di tutto un evento, lieto evento, come giustamente si dice. Soltanto a misura che si intenda il messaggio lieto iscritto nell'evento, è possibile poi anche essere istruiti a proposito del compito. Che il figlio non sia solo una scelta, lo si riconosce subito e facilmente. Anche la scelta di generare più «responsabile», quella più seriamente pensata e più generosamente decisa dai due, deve poi confrontarsi con un figlio che certamente non è quello che si è scelto. Si sceglie genericamente di avere un figlio, e nasce quel figlio preciso che esige di essere riconosciuto nella sua identità, e quindi da capo scelto, quasi adottato. Il figlio infatti non si accontenta in alcun modo della indeterminata decisione di generare; aspetta di essere voluto nella sua singolare identità. (…) La scelta originaria di generare non ha la figura di un progetto, ma quella di un voto. Il voto comporta dedizione religiosa a ciò che appare sacro; o detto più francamente, comporta dedizione a Dio stesso"
Giuseppe Angelini, Il figlio, Vita e Pensiero, 159-160
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