sabato 2 febbraio 2008
Comunità di S. Egidio
40° anniversario della Comunità di Sant'Egidio
Venerdì 1 febbraio - Omelia del cardinal Tarcisio Bertone
“Dio è morto, Marx è morto… e anch’io non mi sento molto bene!”. Questa nota battuta ironica e pessimista di Woody Allen potrebbe fotografare lo stato d’animo di una larga parte dell’umanità di questa nostra epoca, apparentemente sempre più insoddisfatta e sempre meno fiduciosa nel futuro. Nell'età della globalizzazione le comunicazioni sono rapide, immediate; ogni notizia, ancor più quando si tratta di episodi drammatici, di fatti scandalistici, di informazioni trasgressive, entra in casa all’improvviso, naviga liberamente in internet, ci raggiunge dovunque sul telefono cellulare. E questo succedersi costante di comunicazioni produce un senso di smarrimento, ingenera stati d’animo di paura e di scoraggiamento, suscita voglia di violenza e talora persino di morte. Il rischio è allora di diventare pessimisti, di rinchiudersi nel proprio interesse, non nutrendo più una speranza “affidabile” per il mondo, una speranza che, come scrive Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi, sia in grado di sostenerci nel cammino “faticoso” della vita. In un contesto mondiale così compromesso, almeno apparentemente, il cristiano che cosa deve fare, come può e deve vivere e testimoniare la sua fede in Cristo, che è Vita immortale e Speranza certa? (...)
La vostra benemerita Comunità, come piccolo seme gettato nella terra, ha avuto inizio 40 anni fa, in un periodo storico turbinoso e complesso, segnato dall'ideologia e dal senso prometeico di un’umanità che voleva costruire se stessa e il mondo senza Dio o peggio contro di Lui. La parola “comunità”, nel suo significato più profondo, manifesta questa coscienza che la nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per gli altri (cf Spe salvi n. 48). In questo modo la speranza per gli altri si è fatta, nella vostra Comunità, passione per la comunicazione del Vangelo, perché altri vengano salvati; si è fatta amore per tutti, specie per i più poveri, perché sorga finalmente la stella della speranza anche per loro.
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