mercoledì 31 dicembre 2008

Placebo per la solitudine

Sms, placebo da 160 caratteri per la nostra solitudine
di Gabriele Romagnoli
Senza Motivazioni Sacre. Non ci sarebbe stato bisogno del Natale per accorgersi che la comunicazione tramite invio di brevi messaggi al cellulare ha raggiunto vette celestiali. Sono Malattie Sociali, contagi diffusi in tutte le regioni del pianeta.
Indipendentemente dalle condizioni di vita, nella scala delle necessità vere o immaginarie l'acquisto del pane può venire dopo la trasmissione di un "Come va?".
L'sms, più dell'e-mail, ha cambiato il mondo, devastandolo e salvandolo, svelandocelo e lasciandolo uguale a prima. Questo è l'elenco SeMiSerio delle sette principali conseguenze del suo utilizzo.
1. Ha creato e distrutto la maggior parte delle relazioni sentimentali (o qualcosa che loro assomiglia) attualmente esistenti. Senza la possibilità del ricorso all'sms molti corteggiamenti non sarebbero iniziati. Non ne sarebbero seguiti matrimoni o matrimoni spezzati. Un sms scappa anche al più timido, anestetizza la reazione, non espone al ridicolo. Mal che vada, va a finir bene. E qualcosa comincia. O finisce, perché la maggioranza dei tradimenti viene scoperta leggendo un sms altrui. Non ci vorrebbe molto a cancellare tutti quelli che si ricevono, ma è noto che la maggior parte delle azioni si compiono per renderle note e l'sms è non solo la comunicazione più veloce, ma anche la scorciatoia per la fine, il modo per farlo dire a chi non ne è capace. In definitiva, tra unioni che procaccia e altre che disfa, la somma algebrica resta zero.
2. Ha distrutto l'informazione creandone la forma più sintetica, esplosiva e ferale: il twitter, il figlio scemo del blog che già di suo non sempre era un genio. Centosessanta caratteri che vanno online e diventano notizia in tempo reale sono l'ultima frontiera, quella al confine del precipizio, dove nessuno più controlla niente, nessuno elabora niente, tutti sono autori e fruitori e nessuno ha il tempo e lo spazio per fare decentemente l'una o l'altra cosa.
3. Ha sdoganato la via brevis dell'ortografia. Per scritto X. Ch scritto K. Auguri alle maestre, che ci provino a correggere un bambino di 7 anni che scrive "anke". Mostrerà un sms del padre avvocato: "Xkè nn 6 qui?". Tutte le rivoluzioni finiscono così: dai muri di "Kossiga" allo schermo di "Albakiara". Ogni tragedia degenera nel ridicolo che già conteneva.
4. Consente alle coppie vip che un tempo si lasciavano con un fax di risparmiare carta, riducendo la quantità di materia da riciclare
5. Fornisce materiale pregiato alle intercettazioni. Digitando, molto più che parlando, il gap tra persone comuni e presunte personalità straordinarie si abbassa. In attesa della morte la nuova "livella" sociale è l'sms. Anke un bankiere invia caski di banalità. :-)
6. Permette di stabilire chi è la persona più popolare su un aereo. All'atterraggio, non appena i cellulari si riattivano, è quello dalla cui tasca parte il numero più alto di bip, accolti con fasulla irritazione e malcelata soddisfazione.
7. È il placebo alla incurabile solitudine della razza umana. Da Tbilisi a Maputo, da Pechino a Rejkyavik per un anno, dovunque mi trovassi ho scattato immagini di persone sole, sedute sui gradini di una chiesa, nella hall deserta di un aeroporto, in una nicchia della notte, la schiena a un muro, a un bagaglio o a una quinta dell'oscurità. Avevano lo sguardo fisso davanti a sé, una riflesso di luce azzurrina ne illuminava i volti, cercavano con l'impegno di ingannare il fantasma della desolazione, di respingere l'idea che nessuno fosse al loro fianco, nessuno in ascolto. E lo facevano scorrendo quell'ultimo patrimonio che è la rubrica, trovando infine un nome a cui lanciare l'invocazione sotto forma di comunicazione e scrivendo, come se fosse un sos, un sms. Che cosa ne ho fatto di quella ventina di scatti globali? Una notte che ero solo a New York li ho spediti per mms a qualcuno che non era al mio fianco, che non era in ascolto. Manco Mi Scrisse.

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