venerdì 6 febbraio 2009

Non sparate sul sognatore

Non bisogna sparare sui sognatori. Perché, a dispetto di ogni realismo scientifico che pretende di far tenere a ogni costo i piedi per terra, coloro che oggi camminano con la testa per aria saranno gli unici ad aver ragione domani. (...) "abbiamo fatto un sogno e non c'è chi lo interpreti!" Quella frase mi rotola sull'anima come un macigno. Perché sintetizza il grido di tutti gli oppressi. Di tutti i prigionieri del regime. Tutti violentati dei sistemi di potere. Di tutte le vittime dei palazzi. Di tutti coloro, cioè, che abitano sotterranei della storia, ai quali l'ingiustizia subita non impedisce di sognare, ma che non trovano sulla loro strada gente capace di decifrare i loro sogni. (...) Quella frase mi torna in mente ogni volta che, a uno a uno, se ne vanno i vecchi profeti, e all'orizzonte non si vedono discepoli che ne ereditino il mantello, e lasciano sia pure per poco lo sgomento del vuoto, i poveri sembrano rimanere più soli. Allora, ti confesso, anche me nasce un sogno nel cuore: quello di una Chiesa più audace, che si decida a scendere nelle carceri degli uomini e, organizzando la speranza degli ultimi, smetta di essere la notaia dell'ineluttabile, e divenga finalmente ministra dei loro sogni.
mons. Tonino Bello, Ad Abramo e alla sua discendenza, 44-46

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