mercoledì 11 marzo 2009

Distorsione dell'informazione

Rapporto di Medici senza frontiere e analisi sull'informazione dell'Osservatorio di Pavia
Gli angoli bui del mondo: le dieci crisi più gravi e dimenticate
Milioni di persone coinvolti ogni giorno. Ma sulle nostre tv queste notizie occupano solo il 6% del totale
MILANO - Centinaia di migliaia di persone fuggite in tutte le direzioni alla disperata ricerca di salvezza. Manca acqua, cibo e riparo; l’accesso all’assistenza sanitaria è praticamente inesistente. I profughi trovano rifugio nei campi o presso delle famiglie, oppure si nascondono nella foresta dove sono alla mercè di qualsiasi gruppo armato. Solo poche organizzazioni umanitarie sono presenti in modo continuativo, vicino alla capitale della provincia. Non è un film, sono storie vere, che continuano ad accadere in diverse parti del mondo. Soprattutto in Africa. (...)
Quante e quali sono le aree di crisi nel mondo che in Italia i media, in particolare la tv, rappresentano poco - e spesso male - nel loro racconto della realtà? Quante emergenze finiscono nella spirale del silenzio? Quali sono invece più visibili? In quale misura? Dal 2004 l’Osservatorio di Pavia cerca di dare una risposta a queste domande nell’annuale analisi dell’informazione italiana sulle crisi, nell’ambito del progetto di Medici Senza Frontiere sulle emergenze umanitarie dimenticate. E ogni anno va peggio. La nostra società parla sempre più di sè stessa, ormai avvitata di fronte a un deformante specchio per cui ci sentiamo centro del mondo, senza esserlo. Lanciando emergenze e allarmi continui, ridicoli se confrontati per un attimo con quelli che esistono altrove. Ecco l'informazione in tv. Un anno di fame: 110 notizie, un inverno di influenza nel nostro paese: 121 notizie; un mese di colera in Zimbabwe: 12 notizie; un’estate di Briatore-Gregoraci: 33 notizie; un anno di stermini in Sudan: 53 notizie: tre mesi di caldo 81 notizie.
LE DIECI CRISI PIU' GRAVI DEL 2008 - L’ultimo rapporto di Msf elenca e descrive le dieci crisi umanitarie più gravi e ignorate nel 2008. Ecco l'elenco, non in ordine di importanza e ricordando che ce ne sono molte altre: la crisi sanitaria nello Zimbabwe; la catastrofe umanitaria in Somalia; la situazione sanitaria in Myanmar; i civili nella morsa della guerra nel Congo Orientale (RDC); la malnutrizione infantile; la situazione critica nella regione somala dell’Etiopia; i civili uccisi o in fuga nel Pakistan nordoccidentale; la violenza e la sofferenza in Sudan; i civili iracheni bisognosi di assistenza; gli effetti nei paesi poveri della diffusione della coinfezione HIV-TBC.
IL SILENZIO DELLA TV - L’analisi fatta dall’Osservatorio di Pavia delle principali edizioni (diurna e serale) dei telegiornali Rai e Mediaset confermano la tendenza riscontrata negli ultimi anni di un calo costante delle notizie sulle crisi umanitarie, che sono passate dal 10% del totale delle notizie nel 2006, all’8% nel 2007 fino al 6% (4901 notizie su un totale di 81360) nel 2008.
A MENO CHE NON CI SIANO ITALIANI - Infine, anche per il 2008 viene confermata la tendenza, da parte dei nostri media, di parlare di contesti di crisi soprattutto laddove riconducibili a eventi e / o personaggi italiani o comunque occidentali. Emblematici in questo senso sono la crisi in Somalia, a cui i Tg hanno dedicato 93 notizie (su 178 totali) che coinvolgevano uno o più nostri connazionali; la malnutrizione infantile, di cui si parla principalmente in occasione di vertici della FAO o del G8; il Sudan, cui si fa riferimento principalmente per iniziative di sensibilizzazione che vedono coinvolti testimonial famosi e per notizie circa l’inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per il presidente del Sudan.
LA CAMPAGNA DI MSF - Di fronte a questo stato di cose l'associazione di Medici senza frontiere, con il patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi), ha deciso di lanciare nei prossimi mesi la campagna "Adotta una Crisi Dimenticata” rivolta ai media italiani, alle università e alle scuole di giornalismo. Corriere.it ha dato la sua adesione.

Ascolta l'intervista.

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