giovedì 12 marzo 2009

Gesti insensati

Per favore non mandate i bacetti
di Lietta Tornabuoni
Le tecniche più usate per mandare baci sono tre: l’operatore si bacia la punta delle dita e invia il bacio verso il destinatario; l’operatore si copre il centro della faccia con il palmo delle mani, poi fa esplodere il bacio; l’operatore si bacia un palmo delle mani (quasi sempre la destra), lo investe con un soffio potente e fa volare il bacio verso l’interlocutore. A volte (spesso) il lancio del bacio è accompagnato da una smorfietta, un arricciarsi rafforzativo delle labbra. Naturalmente esistono altre tecniche, personalizzate oppure no: ma queste sono le più frequenti. Vengono usate dal palcoscenico o dallo schermo televisivo verso il pubblico plaudente; dagli artisti, dagli oratori, dagli sportivi, dagli amanti, da chi rimane a terra verso i partenti, dai parenti, dalle amiche; è già miracoloso che non mandino baci pure i soldati o gli ufficiali in divisa.
E’ un segno di gratitudine o di saluto, si capisce. Ma, francamente, perché mandare baci o bacetti? Per il bisogno di compiere un gesto fisico, di esprimersi con qualcosa di concreto, come càpita con gli applausi ai matrimoni o ai funerali? Perché le parole (o i silenzi) paiono troppo modesti, poco eloquenti, poco partecipativi? Perché si tende a trasformare gli scarsi riti della vita quotidiana in spettacoli o casini? Perché non si fa caso alla natura leziosa, settecentesca e manierata del bacetto volante? Perché non si riflette sugli usi sciocchi e inutili che chissà come si sono introdotti nel nostro modo di fare?
L’invio (formale) del bacio è uno dei più recenti insieme con gli applausi in chiesa: farne meno non sarebbe male. L’applauso, specialmente a un funerale, ha qualcosa di grottesco. Come se in certo modo si volesse lodare il morto: e per cosa? Perché è morto o per l’insieme della sua vita, per dargli insomma una specie di premio alla terminata carriera di essere umano? Il lancio del bacio, a seconda delle circostanze, è altrettanto lezioso. Tutti e due gli usi perseguono magari inconsapevolmente lo scopo di mettersi in mostra nell’occasione di un raduno sociale. Ma andiamo, su. Se proprio volessimo metterci in evidenza, facciamo piuttosto qualcosa che meriti attenzione, ammirazione.

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