La vicinanza dell'Italia, sottolinea Napolitano, si tradurrà in «partecipazione alle iniziative di pace, sostegno economico, contributo alla lotta all'Aids e alla ricerca di efficaci vaccini per le grandi malattie, trasferimento di tecnologie, impegno dei nostri esperti nei fondamentali programmi di tutela ambientale; infine, nello slancio dei moltissimi volontari che operano nelle zone di crisi». Cancellare il debito e rimuovere le barriere commerciali. E' questa la strada indicata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per accompagnare l'impegno dei Paesi africani a uscire dallo storico stato di crisi. Il capo dello Stato - intervenendo nella sede dell'Isiao - ribadisce l'impegno dei Paesi industrializzati ad assumere una «chiara responsabilità" prevista anche dal Nepad, la proposta di partenariato fra il continente africano e il mondo occidentale: «I Paesi industrializzati devono garantire, più di quanto hanno fatto finora - sottolinea il presidente della Repubblica - maggiori e migliori aiuti, cancellare il debito e rimuovere le barriere tariffarie e non tariffarie che impediscono l'accesso dei prodotti africani ai propri mercati».
Napolitano ricorda che «gli ostacoli che rallentano lo sviluppo dell'Africa sono formidabili: alti costi di trasporto, dimensione ridotta dei mercati, scarsa produttività dell'agricoltura, basso tasso di risparmio, carenza di tecnologie, insufficiente scolarizzazione specialmente tra la componente femminile della popolazione, stato di conflitto endemico in alcune regioni. In queste condizioni - osserva - è arduo per i Paesi africani generare le risorse necessarie a mettere in moto e sostenere un processo di sviluppo duraturo». «Il peso politico ed economico dell'Africa è destinato a crescere». Partendo da questa convinzione, il presidente della Repubblica avverte che «è opportuno che ciò si rifletta anche in una sua maggiore partecipazione ai meccanismi decisionali delle grandi organizzazioni internazionali». Napolitano invita a «non deflettere dagli obiettivi fissati per creare durature condizioni di stabilità e sicurezza. Troppi sono ancora i conflitti aperti", ricorda il capo dello Stato citando le crisi in Costa d'Avorio, Congo, Etiopia ed Eritrea, Somalia, Darfur. «Queste crisi - sottolinea Napolitano - non sono la manifestazione di un destino ineluttabile, né il frutto di calamità naturali: sono, purtroppo, opera dell'uomo. Proprio per questo, però, possono essere scongiurate», incoraggia il presidente della Repubblica.
Voci correlate:
- IsIAO - sito web dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente
- Nepad - The New Partnership for Africa's Development
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