martedì 22 aprile 2008

"Uomo al volante..."


Al volante siamo «uomini delle caverne»
Il cervello dei cacciatori-raccoglitori è all’origine dei comportamenti aggressivi
Manchester – Quando ci si mette alla guida ci si trasforma un po’, e quando sono uomini i piloti la trasformazione prevede generalmente l’aumento dell’irascibilità e della collera. Come mai anche i più miti dietro la protezione di un parabrezza e rassicurati da un motore potente diventano aggressivi e pericolosi? Sarebbe un problema evolutivo, secondo il professore Geoffrey Beattie (...) il motivo per cui sono gli uomini i principali pirati della strada è da ricercare nel lento sviluppo del nostro cervello, ancora abituato a vivere nell’epoca dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori. (..)«Il cranio del ventunesimo secolo contiene un cervello da età della pietra» (...) trova quindi nella competitività tipica del cacciatore-raccoglitore il motivo dei tanti comportamenti pericolosi tenuti dagli uomini al volante. È più facile per una mente competitiva interpretare alcune azioni - tagliare la strada o essere seguiti troppo da vicino da un’auto – come invasioni del proprio spazio, e reagire di conseguenza. Le donne invece, secondo questa interpretazione, sarebbero più inclini a empatizzare con gli altri automobilisti e meno solerti nel rispondere alle presunte provocazioni con aggressività. Lo studio ha un suo «peso» soprattutto perché commissionato dalle compagnie assicurative, e sui suoi risultati si basano anche le tariffe che verranno attribuite alle polizze dei prossimi anni. In Gran Bretagna gli uomini sono responsabili del 97 per cento degli arresti per guida pericolosa, dell’88 per cento dei casi di guida in stato di ebbrezza e dell’82 per cento degli eccessi di velocità. Ancora più grave la situazione per i neopatentati, in cui la differenza di genere è ancora più marcata: i maschi sono 535 volte più pericolosi – stando ai dati assicurativi – delle loro «colleghe» femmine.

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