domenica 18 gennaio 2009

"Single" salato

Indagine Coldiretti sui dati Istat: costi maggiori del 60% rispetto alle famiglie tradizionali
Scarse le confezioni "per uno", e molti alimenti finiscono nella spazzatura
Spese alte e sprechi record per i single il cibo è "salato"
Chi vive solo spende di più per mangiare, ma spreca anche di più. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base di dati Istat, relativi ai consumi delle famiglie. La spesa media per alimentari e bevande di un single è di 300 euro al mese, superiore di oltre il 60% rispetto ai 186 euro al mese destinati alla tavola da ogni singolo componente di una famiglia-tipo italiana, formata da in media da 2,5 persone.
Sono circa 6 milioni, secondo l'Istat, le "famiglie" italiane con un singolo componente, oltre un quarto del totale, e negli ultimi anni si registra una tendenza all'aumento con tassi superiori al 5%. I motivi della maggiore incidenza della spesa sono da ricercare nella necessità, per chi vive solo, di acquistare spesso maggiori quantità di cibo per la mancanza di formati adeguati che comunque, anche quando sono disponibili, costano molto di più rispetto a quelli tradizionali.
Ad incidere sulla spesa mensile dei single sono nell'ordine, precisa la Coldiretti, la carne (62 euro), l'ortofrutta (59 euro), pane, pasta e derivati dai cereali (49 euro), latte, yogurt e formaggi (41 euro), bevande (28 euro), pesce (25 euro), zucchero, caffè (23 euro) e, per ultimi, olii e grassi (13 euro).
"A incrementare la spesa alimentare - continua la Coldiretti - è quindi anche l'elevata presenza di sprechi perché è facile dimenticare in fondo al frigorifero la confezione di latte aperto, la mozzarella, la busta di insalata aperta, i tortelloni iniziati. Tutto inesorabilmente destinato a finire nella pattumiera".
Ma i single - aggiunge la Coldiretti - sono anche un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro, e soprattutto dello svago, che privilegia il consumo di piatti pronti a più elevato valore aggiunto che incidono maggiormente sulla busta della spesa. Una scelta che aumenta notevolmente la spesa, visto che i cibi pronti per il consumo possono costare anche cinque volte il prezzo delle materie prime impiegate.
Nonostante la crisi economica e il rialzo dei prezzi, anche per effetto dell'aumento dei single, i preparati e i piatti pronti hanno fatto registrare un aumento delle vendite in volume del 9,5% in Italia nei primi sei mesi del 2008 (dati Ref-Iri Infoscan). In testa, i primi piatti pronti (+16%) e i sughi pronti (datiRef per Ancc-coop). "In Italia - conclude la Coldiretti - si è progressivamente ridotto il tempo dedicato alla preparazione dei pasti che è di appena 34,9 minuti per quello di mezzogiorno, il 4,7% in meno rispetto all'anno precedente, e di 33,1 minuti per la cena (-2,7%)".

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