martedì 31 marzo 2009

Scommesse (sulla finale)? No, grazie!

L'istituto di ricerca Nomisma nel suo quarto "Quaderno sull'economia" si è occupato del recente boom dell'industria del Gioco: nel 2008 sono stati 28 i milioni di italiani che hanno avuto almeno un'occasione di gioco, il 28% ha puntato almeno una volta sull'estrazione dei numeri
Scommesse, Lotto, Gratta e Vinci: Italia paese sempre più in gioco
Il gioco ed i giovani, i comportamenti dei giocatori e la social responsability degli operatori del settore. Sono questi i temi trattati dall'istituto di ricerca Nomisma, nel suo quarto "Quaderno dell'economia". Nel 2008 sono stati 28 i milioni di italiani che hanno avuto almeno un'occasione di gioco. L'11,6% (vale a dire oltre 6 milioni e mezzo) degli italiani - del rappresentativo campione analizzato da Nomisma - ha dichiarato di giocare una volta alla settimana e l'1,4% ogni giorno o quasi. Per oltre 700 mila persone il gioco è una componente irrinunciabile del proprio quotidiano. Più del 22% degli italiani ha sperimentato più di una tipologia di gioco; oltre 13 milioni di italiani ne praticano addirittura più di 3.
Analizzando i singoli giochi, viene fuori che, nel 2008, il 28% degli italiani - cioè 14,4 milioni di persone - ha giocato almeno una volta al Lotto. Al secondo posto il SuperEnalotto, che è stato giocato da 11,6 milioni di italiani, seguito dai Gratta e Vinci con 10,1 milioni di persone. Buono anche il successo delle Lotterie Nazionali, che hanno rappresentato un'occasione di gioco per 5,5 milioni di italiani. In calo invece il bacino d'utenza dei concorsi pronostici (2,3 milioni), mentre sono in crescita le persone (2,7 milioni nel 2008) che hanno giocato almeno una volta alle scommesse sportive. Importante anche il valore dei giocatori di scommesse sportive online: il 2,8% degli italiani (vale a dire 1,4 milioni) ha puntato sul web.
Ma qual è il motivo che spinge a giocare? Tra i giocatori la speranza di vincere denaro è la motivazione preponderante. Oltre il 43% dei giocatori individua nella possibilità di veder mutata la propria condizione economica con una spesa modica il principale stimolo a giocare. Sempre tra i giocatori, il 20% identifica il gioco con "divertimento". Ma emergono anche connotazioni negative: il 16% vede il gioco soprattutto come fattore di perdita di denaro. L'8,2% ritiene il gioco una dipendenza e circa il 5% lo vede come un rischio, vale a dire uno strumento che se non correttamente gestito può trasformarsi in dipendenza. Chi non gioca ha invece una posizione più critica. Il gioco è "perdita di denaro" per il 37% degli italiani che non giocano. L'aspetto ludico è decisamente in secondo piano: solo il 7% pensa che il gioco sia soprattutto divertimento, mentre il 2% pensa che sia una passione.
In tema invece di informazione sui rischi reali della dipendenza da gioco, dalla ricerca Nomisma viene fuori che il 53% degli italiani ritiene che l'informazione sia assolutamente carente. Un ulteriore 32,8% ritiene inoltre che vi sia inadeguatezza sull'informazione attualmente a disposizione. Una delle principali priorità deve essere la protezione dei giovani rispetto ai rischi del gioco. E secondo i dati riportati nel Quaderno, è opinione diffusa che gli operatori del gioco non abbiano predisposto meccanismi di tutela adeguati: il 74,1% degli italiani ha un giudizio negativo del sistema e ritiene l'azione degli operatori del settore non adeguata o comunque caratterizzata da strumenti poco efficaci. (...)
Per quanto riguarda la Social Responsability Index (SRI) e l'Indice di sensibilità nei confronti dei minori (ISM) per ciascuno dei 29 siti valutati, la maggior parte degli operatori di scommesse on line mostrano un indicatore medio di responsabilità sociale basso, pari a 30,8. La valutazione complessiva sulla responsabilità sociale espressa dal sistema può quindi essere considerata ancora insoddisfacente. Solo un operatore presenta infatti una valutazione appena sufficiente rispetto al SRI. La situazione risulta ancor più critica se si considerano i risultati dell'Indice di sensibilità nei confronti dei minori: il valore medio è in questo caso ancor più basso ed è pari a 26,5. Anche in questo caso, solo un operatore raggiunge la sufficienza, mostrando una adeguata sensibilità nell'adottare efficaci strategie di protezione dei minori e opportuni sistemi di inibizione al gioco. Quasi l'80% degli operatori presenta valutazioni gravemente insufficienti in tal senso.

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