venerdì 28 marzo 2008

Siamo tutti scemi?


Carlà a fumetti
Da un paio di giorni i quotidiani e i tg di mezza Europa dedicano spazi enormi a una bella signora torinese che scende con eleganza le scalette degli aerei, siede reclinando con grazia le gambe e indossa a meraviglia cappottini, scarpe basse e la carica di moglie del presidente della Repubblica francese. Le vengono dedicate copertine e prime pagine (compresa la nostra) senza che abbia pronunciato una parola o compiuto un gesto significativo che non sia quello di esistere. Nel frattempo suo marito ha detto che non ritirerà le truppe dall’Afghanistan, rimangiandosi le promesse elettorali, e ha intessuto accordi con Londra che avranno una certa conseguenza sul futuro del continente che oggi si occupa delle borsette di Carlà. Mentre di ciò che dice e fa Sarkozy, al di là di qualche dichiarazione di panna montata sul boicottaggio olimpico, pare non importi nulla a nessuno.
Siamo tutti scemi, giornalisti e cittadini? E’ un’ipotesi da prendere in considerazione. Più che altro, però, siamo di fretta. Per poterci soffermare sulla retromarcia afghana di Sarkò bisognerebbe prima essersi domandati dov’è Kabul e cosa sia successo ultimamente da quelle parti. Processi logici che richiedono fatica e soprattutto tempo: almeno un minuto di mente sgombra. Impresa improba con il bambino che piange, la vicina che rompe, il telefono che squilla, l’appuntamento che incombe. Così uno si accontenta di sfogliare il mondo come un giornale a fumetti: attraverso immagini e foto, indignandosi moltissimo per lo scadimento dell’informazione, ma concedendosi solo nei giorni di festa il brivido di spingersi fino alle didascalie.
Massimo Gramellini - 28/03/2008

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