sabato 5 aprile 2008

A proposito di elezioni

Con lo sguardo oltre il 13 aprile
Il comunicato della Presidenza dell’Azione cattolica ambrosiana
alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale del 13 e 14 aprile

Il contesto nel quale ci troviamo è estremamente ambiguo e poco definito. Ogni opinione e il suo contrario trovano legittimità nel dibattito pubblico: anche i programmi politici tendono a convergere ed ad assomigliarsi tra di loro. Inoltre si va a votare con quella stessa legge elettorale insoddisfacente che nella passata legislatura non ha permesso né agli elettori di scegliere i propri candidati né al sistema politico di ottenere una sicura stabilità di governo. In un tale contesto, grande è la delusione nei confronti della politica e la voglia di “astensionismo“. Altrettanto evidente è la curiosità di molti nei confronti del mutato scenario politico che si è venuto a determinare con la discesa in campo di nuovi soggetti politici. Alla luce di tali elementi, ci sentiamo di ricordare che in ogni caso il voto è un diritto - dovere di ciascuno cittadino, chiamato a concorrere all’edificazione della città di tutti e a quel bene comune da costruire anche con faticose azioni di discernimento e di scelta. Votare, affermavano appena due anni fa i vescovi lombardi, è un diritto - dovere radicato nella dignità della persona. La partecipazione al voto per il credente è anche motivata dalla fede ed è espressione di carità. In quest’ottica manifestiamo stima verso coloro che con impegno e serietà si sono messi nuovamente in gioco, per garantire il governo del Paese.
Alla luce dell’attuale campagna elettorale, nella quale i cattolici sembrano essere corteggiati da più parti, ma non propriamente valorizzati - come si evince dalle scelte dei candidati - , come cattolici avvertiamo l’esigenza di affermare che ciò che attira il nostro interesse non è la citazione dell’etichetta “cattolico”, ma la capacità di pensare in grande, di guardare lontano, di esercitare la capacità di “voler bene al futuro del proprio Paese”, come ha recentemente affermato il cardinal Bagnasco, presidente della Cei. Se politica è “visione dell’interesse lontano” riteniamo che i cittadini debbano non solo votare, ma anche informarsi e cercare tra i vari partiti quelli più capaci di gettare le basi di un futuro prossimo e remoto, ben oltre la ricerca di un tornaconto immediato o limitato ad una prospettiva quinquennale. Siamo chiamati, con un esercizio di profezia, a riconoscere e promuovere chi sa guardare lontano. Chiedere alla politica progetti lungimiranti è un esercizio di vigilanza a cui oggi siamo tenuti.
Cosa costruisce il domani?
- La cura dei piccoli e dei giovani, sia all’interno che all’esterno delle istituzioni scolastiche per la loro piena maturazione umana;
- la cura della famiglia e delle condizioni che ne permettano una crescita serena (casa, lavoro stabile) e una tutela della vita dal concepimento alla morte naturale;
- la riflessione riguardo allo scenario internazionale con le sue risorse e i suoi problemi;
- la cura dell’ambiente, quale casa unica che abbiamo per abitare nel cosmo, e la cura oculata e previdente delle risorse economiche e finanziarie per l’oggi e per le future generazioni;
- la costruzione di una società che inevitabilmente sarà contrassegnata dalla multiculturalità, la quale rischia di essere “subita” se non viene sostenuta da un progetto che abbia al centro l’uomo e la sua dignità.
Un progetto pensato e costruito all’insegna dell’integrazione tra diversi, e capace di assumere le grandi questioni etiche.
Un impegno a determinarsi contro ogni tipo di associazione illegale e di organizzazioni di tipo mafioso.
Questi temi non sembrano essere tutti attualmente al centro del dibattito politico.
Il nostro domani ha bisogno fin da ora di una rinnovata capacità di pensiero, che sia frutto di un lavoro condiviso, di una nuova sintesi culturale, dentro la quale, come cattolici, possiamo e dobbiamo esercitare con competenza un ruolo alto di riflessione e di dedizione riguardo al quel bene che è comune ad ogni uomo. Auspichiamo che nascano luoghi di riflessione prepolitica sia nell’ambito ecclesiale sia in quello civile, dove possa ripartire un laboratorio culturale di alto profilo, terreno fecondo per una politica a servizio del bene del paese. Questo auspicio sta a segnalare che, come credenti e cittadini, cerchiamo di guardare lontano, attraverso e oltre il 13 aprile.
Milano, 19 marzo 2008

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