domenica 28 settembre 2008

Chi è avanti?!


Dal vangelo di oggi: Mt 21
E Gesù disse loro: “In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli”.

Dal 2000 suor Eugenia Bonetti lavora a Roma presso l’ufficio “Tratta donne e minori” dell’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi). Non le piace parlare di “prostitute”, preferisce definirle «vittime della tratta per lo sfruttamento sessuale». Di nigeriane in questi anni ne ha conosciute davvero tante. Arrivano in Italia attraverso il deserto (non più in aereo), affrontando viaggi impossibili, soffrendo la fame, la sete e la stanchezza. Non sempre ce la fanno e se raggiungono vive il nostro Paese hanno già subito violenze e abusi. Nel deserto qualcuna di loro resta incinta o mette al mondo un figlio senza nome.
Spesso le donne nigeriane vengono in Italia in cerca di lavoro per mantenere la famiglia in Africa e far studiare i fratellini più piccoli. Se le ragazze dell’Est lasciano il loro Paese ingannate da un falso fidanzato che promette loro una nuova vita, «le nigeriane vengono catturate dai riti voodoo». Prima di lasciarle partire le madame portano le ragazze dallo stregone che fa loro «violenza psicologica» attraverso minacce, ritorsioni e intimidazioni. Le vittime contraggono quindi un debito (fino a 80 mila euro), che diventa il prezzo da pagare per la loro libertà.
Dopo mesi o anni di prostituzione sulla strada queste donne sono distrutte e hanno perso la loro dignità e identità. «Non sono più persone - dice suor Eugenia -, non ricordano la loro data di nascita e neanche il loro nome, perché ne inventano sempre uno nuovo». Non hanno documenti né permesso di soggiorno e sono costrette a vivere in clandestinità.
Non le piace la nuova proposta di legge sulla prostituzione, fatta «senza neppure contattare chi lavora nel settore da anni». E aggiunge: «Si rischia di fare un favore ai trafficanti, perché le ragazze nascoste non potranno più chiedere aiuto». Sulle strade italiane ci sono 50-70 mila prostitute: si vuole toglierle non per risolvere il problema, ma perché danno fastidio al nostro pudore». Suor Eugenia non si dà per vinta e continua imperterrita la sua lotta cercando di fare breccia a livello civile e politico perché «siamo tutti colpevoli».
dal sito della Diocesi di Milano

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