lunedì 1 settembre 2008

Inutili "grida"


Il codice a vanvera
di Massimo Gramellini
Vogliono cambiare il codice della strada. Cioè lo vuole cambiare il sottosegretario con delega ai titoli di prima pagina nei giorni vuoti di Ferragosto. Il ministro pare che non voglia, o che voglia un po’ meno. Però alla fine si metteranno d’accordo con se stessi e lo cambieranno, perché gli incidenti sono troppi e le multe ancora troppo poche per coprire il vuoto incolmabile lasciato nei comuni dall’Ici. Il problema è che mentre leggevo le proposte del governo, tutte ferocissime e terribilissime, mi ha telefonato un amico reduce da un litigio col padre ottantenne. Il quale gli aveva annunciato, felice come una Pasqua, di essere riuscito a superare l’esame per il rinnovo della patente, nonostante sia sordo da un orecchio e ci metta più tempo a girare il collo da una parte all’altra di quanto ne abbia impiegato ieri Usain Bolt per fare il record mondiale dei 200 metri. E allora chi gli ha ri-dato la patente? Ma un esaminatore amico, naturalmente, che doveva restituire un piacere.
Questo episodio è avvenuto in una severa provincia del Nord. Ma lo stesso amico, reduce da un viaggio sulla Salerno-Reggio Calabria liberamente ispirato alla ritirata degli alpini sul Don, raccontava di aver visto a Napoli un solo conducente di motorino con il casco sopra la testa: era un rapinatore. E allora siamo alle solite: che senso ha sventolare norme sempre più dure, quando non si riesce a ottenere la tranquilla applicazione di quelle vigenti? L’Italia non ha bisogno di leggi speciali, ma di cittadini normali. articolo

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