Non solo l'apostolato, che si ricollega direttamente all'opera di Cristo-servo, ma anche i ministeri contemporanei o successivi a quello apostolico, emanando a loro volta da esso, ne ricevono l'impronta 'diaconale': la missione di servo che Cristo ha ricevuto dal Padre e trasmette agli apostoli e questi a collaboratori e successori per l'edificazione ecclesiale è il dato primordiale da cui risulta che vi sono particolari compiti di uno per altri. Il 'potere' di Cristo è per il 'servizio': ed ogni potere che Cristo ha trasmesso alla Chiesa è dentro alla medesima logica diaconale.
Resta perciò esclusa, nel Nuovo Testamento, ogni gerarchia di rango, ogni superiorità del ministro sugli altri fedeli: i ministeri non sono 'dignità' che rivestano chi li detiene di una superiorità rispetto agli altri battezzati, ma veri e propri 'servizi' in favore degli altri battezzati. (p. 301)
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