venerdì 28 novembre 2008

La speranza che siano compiuti i desideri profondi

Dagli «Opuscoli» di san Tommaso d'Aquino, sacerdote
(Sul Credo: Opuscula theologica 2, Torino 1954, pp. 216-217)
Quando saranno compiuti tutti i nostri desideri, cioè nella vita eterna, la fede cesserà. Non sarà più oggetto di fede tutta quella serie di verità che nel Credo si chiude con le parole: “Vita eterna. Amen”.
La prima cosa che si compie nella vita eterna è l’unione dell’uomo con Dio. Dio stesso, infatti, è il premio e il fine di tutte le nostre fatiche: “Io sono il tuo scudo e la tua ricompensa sarà molto grande” (Gn 15,1). Questa unione poi consiste nella perfetta visione: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia” (1 Cor 13,12).
La vita eterna inoltre consiste nella somma lode come dice il profeta: “Giubilo e gioia saranno in essa, ringraziamenti e inni di lode”” (IS 51,3).
Consiste ancora nella perfetta soddisfazione del desiderio. Ivi infatti ogni beato avrà di più di quanto ha desiderato e sperato. La ragione è che nessuno può in questa vita appagare pienamente i suoi desideri, né alcuna cosa creata è in grado di colmare le aspirazioni dell’uomo. Solo Dio può saziarlo, anzi andare molto al di là, fino all’infinito. Per questo le brame dell’uomo si appagano solo in Dio, secondo quanto dice Agostino: “Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è senza pace fino a quando non riposa in te”.
I santi, nella patria, possederanno perfettamente Dio. Ne segue che giungeranno all’apice di ogni loro desiderio e che la loro gloria sarà superiore a quanto speravano. Per questo dice il Signore: “Prendi parte alla gioia del tuo padrone” (Mt. 25,21); e Agostino aggiunge: “tutta la gioia non entrerà nei beati ma tutti i beati entreranno nella gioia”; ed anche: “Egli sazia di beni il tuo desiderio”. Tutto quello che può procurare felicità là è presente ed in sommo grado. Se si cercano godimenti, là ci sarà il massimo più assoluto godimento, perché si tratta del ben supremo, cioè di Dio: “dolcezza senza fine alla tua destra” (Sal. 15,11).
La vita eterna infine consiste nella gioconda fraternità di tutti i santi. Sarà una comunione di spiriti estremamente deliziosa, perché ognuno avrà tutti i beni di tutti gli altri beati. Ognuno amerà l’altro come se stesso e perciò godrà del bene altrui come proprio. Così il gaudio di uno solo, sarà tanto maggiore quanto più grande sarà la gioia di tutti gli altri beati.

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