domenica 15 febbraio 2009

Auguri, Cardinal Martini!

Eminenza carissima,
viviamo il tuo ottantaduesimo compleanno come si celebra una ricorrenza di famiglia. E’ una esigenza del cuore, per me e per l’intera Diocesi, esprimere stima, gratitudine e molto affetto. Sono convinto che questo sentimento non sia solo della nostra Chiesa: molti uomini e donne delle nostre città, anche non credenti e di altre fedi, avvertono come un dovere questa riconoscenza e così si uniscono a noi.
“In una società senza padri – mi confidavi in occasione del corale sconcerto nei giorni della sua morte – Giovanni Paolo II era diventato in qualche modo il padre di tutti”. Anche noi ambrosiani nei tuoi confronti sentiamo vibrare qualcosa di questa paternità.
Una paternità luminosa, sicura e discreta, che ci ha insegnato ad aprire con venerazione ed amore il Libro delle Scritture, a riconoscervi le viscere di tenerezza di Dio, a custodire uno sguardo di speranza sull’uomo e sulla storia.
Una paternità che ci ha incamminato decisamente sulla via dell’ascolto e del dialogo – come scrivevi – per “imparare a leggere la città con occhio caritatevole, paziente, misericordioso, amico, propositivo e cordiale…, a riconoscere il bene che c’è nel cuore di tanta gente della città ed il bisogno di Dio che consciamente o inconsciamente sono in molti” (Lettera Alzati, va a Ninive la grande città!).
Il senso di riconoscenza e di paternità è per me del tutto singolare: dalle tue mani ho ricevuto il dono e la responsabilità dell’ordinazione episcopale e – poi – quel pastorale di San Carlo che, consegnando nelle mie mani, hai giustamente definito “pesante”. Devo confidarti, a distanza di anni, che mi sono state di grande aiuto, nel portarlo, la tua nascosta ed evangelica presenza, il senso di fiducia e piena libertà che mi hai lasciato, soprattutto quella preghiera di intercessione che hai innalzato dalla terra di Gesù e da Roma e ora da Gallarate continui ad assicurare per tutti noi. E’ un dono assai prezioso, un vero balsamo del cuore che ci riempie di consolazione e su cui desideriamo contare a lungo. Così come ci rallegrano la tua presenza in questa terra benedetta dei santi Ambrogio e Carlo e la testimonianza di fede e di saggezza che diffondi vivendo il dono del sacerdozio, della predicazione e della malattia.
Grazie Eminenza. Siamo in tanti a porgerti gli auguri.
A te che hai scelto Pro veritate adversa diligere, siano date in pienezza Gaudium et pax.
+ Dionigi card. Tettamanzi

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