giovedì 13 marzo 2008

Coca quotidiana


6/3/2008 - INCHIESTA/1. FENOMENO IN FORTISSIMA CRESCITA

Coca da pazzi. I consumatori in città sfiorano i 10 mila.
“Sono operai, studenti e top manager”

di MASSIMO NUMA e GRAZIA LONGO
TORINO - Semplice: un quarto della cocaina che entra in Europa passa da Anversa o da Bruxelles. Il rapporto dell’International Narcotics Control Strategy è chiaro: circa 60 tonnellate di cocaina e 30 di eroina entra nel paese ogni anno dal porto di Anversa e dall’aeroporto di Zaventem-Bruxelles. Un fiume di coca che fa dell’Italia un terminale importante, di primo piano. Comandano le ‘ndrine calabresi e il racket africano.
Mète finali, Milano e Torino. Ancora: Roberto Mollica, responsabile dell’Osservatorio dipartimento dipendenze patologiche Asl di Milano, non ha dubbi. Ha terminato uno studio sui dati nazionali. Morale: Nel 2010 i consumatori di cocaina potrebbero aumentare ancora del 40 per cento, rispetto al 2007. Quanti? Tra 800 mila e 1 milione e 100 mila, il 3 per cento degli italiani. Queste sono le premesse. A Torino, c’è ancora una certa cautela a individuare, in un numero preciso, i consumatori abituali. Ma sommando i dati dei denunciati, degli arrestati e dei segnalati (solo per il possesso di stupefacenti), si sfora ampiamente quota 10 mila. Nel 2005, i ricercatori dell’istituto «Negri», analizzando le tracce di cocaina nelle acque del Po, avevano sentenziato: 8 mila consumatori. Tanto per non essere catastrofisti. Sulla strada, spacciano gli africani, spiegano polizia, carabinieri e Finanza. Il ritratto di uno, vale per gli altri. Nome di battaglia, Tyson, gigantesco gabonese di circa 30 anni. Il nome? E chi lo sa. Documenti falsi, impronte abrase. E’ il boss assoluto di Tossic Park. Guida un esercito di pusher, manovra chili di droga pesante. Roba chimica. Cocaina di pessima qualità, tagliata spesso con farmaci. Arrestato più volte, e mille volte uscito. E’ lui il tramite tra i trafficanti e la rete. I tossici, i consumatori occasionali, non lo hanno mai visto. Viveva in un alloggio all’ultimo piano, in un anonimo condominio di via Stradella.
Pericoloso e crudele, con i suoi uomini. Calmo e suadente, con gli inquirenti, le rare volte in cui è incappato in un controllo. E’ uno spacciatore di alto livello, lui. Uno dei suoi tanti «soldati», un senegalese, un musicista, fu preso. Come Malì Senè, senegalese d’origine con mamma nata in Francia, è finito in una cella delle Vallette. Lui, che fa il dj nella discoteca Mercury di via Stradella, fu sorpreso dagli agenti con un migliaio di dosi di cocaina. Cifre e statistiche non bastano. Ci sono le storie. Non c’è un solo settore della società civile, che sfugge alla contaminazione: nella lista nera dei segnalati allo «psico-sbirro» della prefettura, sono caduti, via via: il figlio del magistrato, la top model, l’atleta, il manager, il professionista, il bamboccione che sta per ereditare fortune cospicue, l’attore di soap opera, centinaia, migliaia di signori Rossi qualunque. Donne e uomini. Ragazzi. Pure minori. Un dramma senza nome che, alla fine del tunnel, schianta le famiglie nel profondo.
Altri scenari. Lei è un personaggio del jet set. Quello vero, non quello tarocco. La cocaina che tira è quella buona. Arriva dai narcos calabresi, non dai neri di Tossic Park che vendono droga trash. Principio attivo altissimo, tagli secondo i manuali di chimica. Ha un colore che dà sul rosa, in controluce. La porta a Torino, da Milano, un’irreprensibile coppia di imprenditori, ramo tessuti.
Con ufficio-atelier in pieno centro. Palazzo d’epoca, vicini di casa docenti universitari e antiche famiglie torinesi. La cocaina è nella valigetta 24 ore. Vai a vedere i campionari delle griffe ed esci con la bustina da 20, 30 dosi. Ci vogliono migliaia di euro. Servirà ad animare le feste private, in una villa sulla collina di Moncalieri. Sarà al centro di un vassoio d’argento o di cristallo. I pochi attrezzi necessari vicini. Lei e il suo compagno la offrono, generosi. La regola degli ospiti è una sola: ricambiare alla prossima. Anche per dividere il rischio. E Giuseppe Brignolo, 24. Preso nella sua casa della Crocetta. Aveva 11 chili di cocaina nel garage. Famiglia bene, madre hostess, un lavoro di copertura, quello di titolare di una ditta di soccorso auto. Condannato recentemente, non ha mai voluto collaborare con gli inquirenti. Nulla si sa dei narcos che gli affidarono la droga.

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