venerdì 23 maggio 2008

Giustizia

Mi meraviglio di me stesso: mi sto occupando della Franzoni?! Non l'ho mai fatto in questi anni e non ho apprezzato chi l'ha fatto. Ma ora che la sentenza è definitiva, come mai la condannata non è colpevole? Non lo è sui giornali, né alla radio (alla tv non so); non lo è né a Cogne né al suo nuovo paese; lo è solo tra le detenute del carcere, che l'hanno accolta come una madre che ha ucciso suo figlio. Potere dei media e delle parole di gente che conta. Viene portato al commissariato uno straniero sorpreso a vendere borsette taroccate ed è un "bastardo che porta via casa, lavoro, donne agli italiani"; viene riconosciuta colpevole una italiana del Nord che uccide un figlio ed è una "povera innocente vittima della cattiveria" del mondo intero. La mia domanda è semplice: chi viene condannato con regolare processo, è il colpevole, oppure no? Maledettamente ci sono anche gli errori giudiziari, ma su questi dobbiamo costruire la "giustizia dell'emozione", che salva gli uni e danna gli altri a seconda della simpatia e dell'onda del momento? Purtroppo neanche Avvenire si discosta dal trend: nessuno sembra denunciare chi ha speculato (sotto forma di parcelle, di diritti televisivi, di primi piano) sul dolore. Nessuno cita il bambino... che non potè gridare allora, né può farlo adesso.
don Chisciotte
un articolo un po' più equilibrato
sull'accoglienza riservata dalla detenute alla Franzoni

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