domenica 15 giugno 2008

Dipendenze


Due dodicenni catalani da mesi in ospedale per curare la dipendenza
Intossicati dal telefonino
Con 5 ore al giorno a scambiare sms cattivi voti a scuola e disturbi mentali
di Gian Antonio Orighi
Madrid - C’è un’altra «droga» che sta rovinando la salute dei nostri figli adolescenti: l’uso smodato del telefonino (e del Messenger). I sintomi sono proprio quelli di uno stupefacente: sindrome d’astinenza e disturbi mentali. L'allarme è scattato in Spagna perché si è saputo che due ragazzini «telefoninomani» di 12 e 13 anni sono stati ricoverati al Centro di Salute Infantile e Giovanile della città catalana di Lerida. «È la prima volta che usiamo un trattamento specifico per curare la dipendenza da cellulare - commenta preoccupata la direttrice, Maite Utges -. Uno dei due ragazzini è ricoverato da tre mesi, l’altro da sette. E la nostra terapia durerà almeno un anno». (...) La vita dei loro pargoli era cambiata, a cominciare dalla resa scolastica, diventata disastrosa. La ragione? Semplice: erano sempre incollati all’apparecchio, come minimo cinque ore al giorno. Non solo per parlare con i coetanei e per mandare gli ormai classici messaggini con o senza foto, ma anche per distrarsi con i videogame (...). I due «drogati», non paghi del telefonino, usavano pure il Messenger, la messaggeria istantanea via Internet. La cellular-mania aveva ormai raggiunto un elevato livello di intossicazione: i due studenti non riuscivano a fare più nulla senza la loro droga, neppure i compiti più semplici, benché usassero lo «stupefacente» da appena un anno e mezzo. L’unico controllo che i genitori potevano esercitare era quello sui fondi: davano ai figli una scheda prepagata, pensando che quello sarebbe stato il limite. Invece, quand’erano in sindrome di astinenza, i due ragazzini ricaricavano le loro «siringhe» di nascosto, con le mance o gli euro che riuscivano a racimolare da nonni e famigliari. Come qualsiasi tossicodipendente, dagli alcolizzati ai cocainomani, la coppia di giovincelli non riconosce ancora la propria malattia. «Per curarli occorre che ammettano la loro dipendenza, cosa che non fanno. Andiamo avanti pian piano, dopo aver tolto loro, naturalmente, la causa della loro malattia - precisa la dottoressa Utges -. Raccomando ai genitori di non dare questi marchingegni ai figli prima dei 16 anni e di controllare quanto li usano». Ma la dipendenza da telefonino avanza sempre più senza che nessuno se ne preoccupi, mentre le imprese telefoniche spendono una fortuna con le loro sempre più martellanti campagne pubblicitarie che puntano alla quota di mercato con più potenziale: gli adolescenti. (...). http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200806articoli/33714girata.asp

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