venerdì 19 dicembre 2008

Analisi e interpretazione

Con l'analisi del fenomeno ci siamo;
la "terapia" è un po' deboluccia.
don Chisciotte
Natale, che stress
Non per tutti le festività sono un momento di gioia. Per alcuni la pausa dal lavoro porta con sé una riflessione sulle aspettative deluse, le ansie e le frustrazioni, la solitudine. Ma bisogna razionalizzare per riprendersi e affrontare con positività il nuovo anno
Strade addobbate e atmosfera di festa. Ed è subito Natale. Ma non per tutti è un momento di gioia, anzi per molti l’attesa festività è accompagnata da una vena di malinconia e tristezza. La depressione natalizia esiste ed è fatta di un senso di vuoto, di pessimismo e causa disturbi dell’umore che coincidono con quelli tipici della depressione clinica.
“Ogni momento di pausa dal lavoro e dalla quotidianità conduce a un momento di riflessione – spiega Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta docente all'Università di Pavia e scrittrice –. E così, tutte le aspettative deluse, tutte le ansie e lo stress che si accumula durante l'anno trovano spazio nei nostri pensieri proprio durante le feste”.
Le cause e i sintomi della depressione natalizia. La fine dell'anno è il periodo ideale per fare un bilancio. “Proprio in quel momento – continua la Vegetti Finzi -, in una situazione di stasi, viene fuori la nostra vera essenza. Abbiamo sempre un desiderio non realizzato o un dolore legato a un'assenza dolorosa, a un amore che manca, alla morte di un coniuge o di un parente, alla separazione dei genitori. Insomma riemergono tutte quelle situazioni che la fatica e lo stress tendono a esasperare”. E la tristezza che si prova tende a confliggere con l'atmosfera di felicità tipica del Natale che, però, la persona depressa non percepisce. La conseguenza infatti, secondo la psicanalista, è il senso di colpa che non fa che aumentare la malinconia e l'inadeguatezza rispetto agli altri, tanto che si ha perfino difficoltà a stare con la famiglia. “Inoltre la depressione ha conseguenze sull'organismo: mal di testa, disturbi del sonno (o si dorme troppo o pochissimo), difficoltà di concentrazione, agitazione e ansia. Ma anche diminuzione dell'interesse in attività che normalmente portano piacere come: cibo, sesso, lavoro, amici, hobby e divertimenti”.
I soggetti più colpiti. Le persone che soffrono di più lo sbalzo di umore sono gli adolescenti e gli anziani. “Nel caso di un giovane – continua l'esperta – bisogna tener presente che sta vivendo la stagione dei grandi cambiamenti. La tristezza per un rifiuto amoroso o per la separazione dei genitori porta alla mente la stagione della vita in cui il Natale era il momento più atteso, quello in cui non bisognava altro che aspettare i doni”. Anche i nonni soffrono la depressione natalizia. In pochi giorni trovano di nuovo la casa piena di nipoti, di parenti e nel giro di due settimane tutto ritorna com'era. “Un'attenzione particolare la meritano proprio gli anziani – aggiunge la Vegetti Finzi, autrice del volume Nuovi nonni per nuovi nipoti – bisogna cercare di accudirli, di ringraziarli, di farli sentire amati e utili. Specie quando sono soli a causa della morte del coniuge”. Come sopravvivere alla malinconia natalizia. Minimizzare la situazione e le aspettative, valorizzando al massimo la propria situazione. Bisogna difendersi accentuando il razionalismo ma anche condividendo ciò che viviamo con gli altri. “Capire che in fondo la propria situazione è comune anche ad amici e parenti – conclude la Vegetti Finzi – può aiutarci a stare meglio. Non solo, anche dare amore risolleva l'umore. Soltanto amando si riceve amore, anche quando lo vorremmo da chi invece non ci soddisfa”. E così un abbraccio a un nonno, una carezza a un amico, una serata vissuta a ridere e scherzare facendo stare bene gli altri può restituirci la gioia e rende tutti pronti a vivere meglio l'arrivo del nuovo anno. Proprio per questo non è detto che la depressione natalizia sia un male. “Perché superare un momento di tristezza con le proprie forze, può dare quella positività che serve a farci iniziare l'anno che viene al meglio”.

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