mercoledì 29 aprile 2009

Svelamento

Un adolescente su cinque si mostra in versione «nature». «Morale in pericolo»
Autoscatti osè, nuova moda dei teenager
Polemica negli Usa per la diffusione del «Sexting»: le immagini scambiate con cellulari o diffuse via web
E’ polemica in America sul «Sexting», un termine nuovo, la trasmissione on line, via cellulare ma non solo, dei propri nudi e seminudi. Da un sondaggio del 2008 risulta che un adolescente americano su cinque, maschi e femmine dai 13 ai 19 anni, si mostra a tutti in versione «nature» o discinta, talora ai limiti della pornografia. Lo scambio di queste foto, una forma di esibizionismo sessuale, è in aumento, tanto che le autorità si chiedono se e come fermarlo.
«E’ un fenomeno molto preoccupante - ammonisce Bill Albert della Campagna di prevenzione delle gravidanze minorili - che dall’America si diffonde nel mondo. (...)». L’America si è divisa in due. Parte del pubblico crede che, con le sue immagini titillanti, il «Sexting» sia un rischio per la morale familiare; ma un'altra parte contesta il sondaggio del 2008, che a suo giudizio avrebbe «gonfiato» il fenomeno. David Finkelhor, un sociologo che si occupa di crimini contro i bambini, nota a esempio che il sondaggio fu condotto solo on line: «E’ probabile che vi abbiano risposto gli esibizionisti, i cow boys e le cow girls dell’internet, sessualmente liberi, e non rifletta la condotta della massa».
La Teenage research unlimited di Chicago, che ha svolto il sondaggio, sostiene che sia attendibile. «E’ vero che ci hanno risposto on line, ma i quasi 1.300 adolescenti da noi interpellati erano stati reclutati anche al telefono» ha dichiarato la portavoce Becky Wu. «Al telefono sono molto più reticenti - ha aggiunto - perché, soprattutto se in casa, i genitori o altri potrebbero sentirli. On line si lasciano andare. Teniamo anche conto che comunicano più su internet che in famiglia». Parlando delle teenagers, Becky Wu ha inoltre precisato che il «Sexting» è molto più comune tra quelle dai 16 ai 19 anni, il 22 per cento, che tra le più giovani, «più pudiche», l’11 per cento.
Per David Finkelhor, il punto più debole del sondaggio è la mancata distinzione tra nudi e seminudi: «Il topless femminile sui media è ormai una cosa normale - osserva -, le teenager si limitano a copiare». Ma per Bill Albert della Campagna di prevenzione delle gravidanze minorili, per quanto riguarda le ragazze, nudi e seminudi sono la stessa cosa: «Se scoprissero certe parti in pubblico, la polizia le fermerebbe. Il loro obbiettivo è di essere provocanti. Non a caso in Pennsylvania un procuratore ha minacciato di processare per pornografia una quindicenne e meno che non ritirasse la foto in cui appare seminuda». Il guaio, lamenta Jeanne Pascoe della Università di Berkeley, è che, reclamizzato dalla polemica, il «Sexting» prenderà sempre più piede. Cristo Sims, un suo ricercatore, ha riscontrato una impennata nelle trasmissioni di foto spinte ai computer e ai cellulari degli adolescenti: «Non mi sorprenderei se fossero davvero il 20 per cento o anche di più. E’ un problema che bisognerà affrontare come quello più generale della regolamentazione di internet».

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