venerdì 17 ottobre 2008

Falsi "dogmi"

Vale lo stesso (ma con conseguenze ben più gravi)
quando questo stile è assunto da un vescovo...

Quando anime devote creano nuovi dogmi
di mons. mario Delpini Avvenire - 22 giugno 2008
La nostra santa religione ha pochi dogmi essenziali: custodiscono la verità cristiana contro ogni tentativo di semplificare, di inseguire le mode, di trasformare la fede in ideologia. Ma talora in alcune comunità si creano dogmi nuovi, più indiscutibili, più numerosi e più incomprensibili. Capita per esempio che un parroco carismatico o un missionario di passaggio convinca qualche anima devota che il pane per l’eucaristia deve avere la forma e la dimensione di una pagnotta azzima, oppure per un funerale degno dopo la comunione è necessario quel tal canto, oppure che sul bollettino parrocchiale è obbligatorio citare un certo autore. Allora quello che forse per una volta era opportuno diventa una tradizione intoccabile. Se qualcuno si azzarda a suggerire che «per sé le norme liturgiche... », oppure insinua che potrebbero esistere anche altri autori interessanti, si sente rivolgere uno sguardo di compatimento. Così il gruppo delle anime devote, costituito per un servizio di animazione, finisce per divenire intransigente difensore di un dogma in memoria forse di qualcuno che coltivava la modesta persuasione di capire le cose meglio dell’intero episcopato.

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