di Massimo Gramellini
E se i banchieri ingordi di Wall Street che ci stanno restringendo le tasche fossero in realtà degli ambientalisti, travestiti da truffatori per non dare nell’occhio? Hanno visto il film di Al Gore sull'effetto serra, magari anche «The day after tomorrow» sulla glaciazione di New York, e si sono detti: cosa possiamo fare per impedire tutto questo? E' bastata qualche riunione informale a bordo di uno yacht di sedici chilometri per mettere a punto un piano infallibile: mandare in vacca il capitalismo. Là dove avevano fallito Greenpeace, il protocollo di Kyoto e persino Pecoraro Scanio, sono riusciti i nostri cari manageroni coi bretelloni.
In virtù della recessione causata dalle loro ambizioni spericolate, il prossimo anno le compagnie aeree taglieranno quattrocentocinquantamila voli, i consumi di petrolio crolleranno, molte industrie ridurranno la produzione, una quantità minore di cibo e di merci circolerà sulle autostrade e quasi tutti i Suv resteranno in garage, dove verranno riciclati come fienili o depositi per le conserve. Non dico che nelle città respireremo l'aria del Monte Bianco o che l'acqua dei poli tornerà subito a ghiacciare come certe braciole di maiale dimenticate da mesi nel mio freezer. Ma certo è molto più facile fare i verdi quando si sta al verde.
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