giovedì 15 gennaio 2009

Finalmente!

Vescovi contro la «tassa» degli immigrati
Monsignor Gnesotto: «Balzello verso una categoria già poco tutelata». Maroni: «Meravigliato dalle critiche»
Nonostante il governo sottolinei come il pagamento per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno da parte degli stranieri sia un «contributo» e non un'imposta, i vescovi italiani non ci stanno e attaccano il provvedimento come «inaccettabile». L'occasione è la presentazione nella sede di Radio Vaticana della Giornata del Migrante, che si festeggia domenica 18 gennaio. «Una tassa che è meglio definire balzello verso una categoria già poco tutelata - attacca monsignor Gianromano Gnesotto, responsabile per gli immigrati e i profughi in Italia della Fondazione Migrantes, organismo della Cei -. Fantasie di questo genere penalizzano ulteriormente gli immigrati che, con impegno e con notevoli sforzi, cercano di integrarsi. È un passo indietro, servono politiche di integrazione con mentalità aperta e intelligenza». Gnesotto sottolinea che l'Italia «ha bisogno, ha avuto bisogno e avrà bisogno anche in futuro» di lavoratori stranieri e che «nell'attuale congiuntura economica probabilmente ci sarà bisogno di maggiore flessibilità anche per quanto riguarda la domanda di immigrati, ma non ci si può dimenticare che occupano settori di fatto lasciati scoperti dagli italiani». La Fondazione Migrantes respinge anche la proposta avanzata dalla Lega di prevedere l’obbligo di denuncia degli irregolari da parte dei medici cui si rivolgono. «Il diritto alla salute è fondamentale e va garantito a tutti senza preclusioni o invenzioni. Non si può far svolgere ai medici compiti, quale la delazione, che non vogliono né possono svolgere come se fossero gendarmi».
Immediata la reazione di Roberto Maroni. Il ministro dell'Interno si dice «francamente meravigliato» da queste polemiche che, «però, non ci toccano minimamente perché stiamo facendo quanto hanno fatto da tempo i Paesi europei». (continua)

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