mercoledì 14 gennaio 2009

Parossismo

Obama non s'ama più
di Massimo Gramellini
Secondo il New York Times, se Obama non riuscirà a rilanciare l'economia, farà un solo mandato: nel 2012 toccherà a qualcun altro rompersi le corna contro la Storia. Quando venne eletto, appena due mesi fa, il futuro presidente era una via di mezzo fra Superman e mago Merlino: bastava sfiorarlo per essere guariti da tutte le malattie. Nelle settimane successive venne restituito a una dimensione più umana, ma sempre stratosferica: il Time lo incoronava personaggio dell'anno e le riviste femminili riportavano gli ingrandimenti delle sue foto a torso nudo, mentre milioni di cittadini gli caricavano sulla schiena le loro speranze. Subito dopo arrivarono i primi appunti, che in breve divennero critiche: e il governatore amico che non era uno stinco di santo, e l'indigestione di clintoniani al governo, e dove troverà i soldi per aumentare la spesa pubblica. Ora le critiche assomigliano a una bocciatura: lui stesso ammette che non potrà mantenere le promesse, chissà se entro la fine della settimana qualcuno chiederà l'impeachment. Di sicuro la magia della nuova presidenza è già evaporata. E tutto questo senza che Obama si sia ancora insediato alla Casa Bianca.
E' il destino parossistico di un'epoca dominata dalla dittatura delle emozioni, che a differenza dei sentimenti sono violente, superficiali e brevi. Dalla Borsa alla vita privata, viviamo storie frenetiche e senza pazienza che prima ancora di decollare hanno già consumato l'intera gamma, dal desiderio al disgusto. La natura ha i suoi tempi: non si può giudicare un partner dopo sei mesi, e nemmeno un manager. Quanto a un presidente, lo si lasci governare almeno un weekend.

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